“Non mi troverà felice avere un preside che dopo tre anni mi può dire di andar via: soprattutto se sono un professore di algebra e lui non sa fare 2 più 2”. A dirlo è il linguista ed ex ministro dell’Istruzione Tullio De Mauro, a cui il ‘Corriere della Sera’ ha chiesto un giudizio sulla riforma della scuola.
“Un altro punto debole”, sostiene, sono i precari: “non si sa bene come questi 100mila verranno assunti, su quali cattedre, con quali meccanismi. E’ un bailamme enorme allo stato attuale, che avrebbero dovuto definire mesi fa: è chiaro che c’è un ricatto governativo”.
Sollecitato su un giudizio complessivo a proposito del ddl approvato alla Camera, l’ex ministro sostiene che “il testo che va sotto il nome di Buona Scuola sia preoccupante non tanto per quello che dice, ma per quello che tace”.
Una bacchettata è anche per i sindacati: “dovrebbero mettere da parte le barricate. Bisognerebbe fermarsi, studiare e mettere a punto un intervento ex novo sull’istruzione. Ma temo che questa strategia non trovi ascolto”.
“Mi preoccupa il mancato riconoscimento di quanto ha dato la scuola italiana” mentre sugli obbiettivi “non mi pare ci sia un richiamo all’impegno a garantire a tutte e tutti l’istruzione”.
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E ancora: “il problema dell’istruzione degli adulti è un problema generale di cui la scuola dovrebbe tenere conto. Invece è completamente ignorato”.
Insomma, quella di De Mauro è una vera stroncatura del disegno di legge di riforma. Staremo a vedere se i suoi consigli avranno un effetto, anche minimo, sulle possibili modifiche al provvedimento prossimo ad essere esaminato dal Senato.
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