La Lega ha presentato, il 19 settembre scorso, al Senato una proposta di Legge dal titolo: «Introduzione all’insegnamento curricolare di educazione civica nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, allargamento della partecipazione degli studenti agli organi collegiali della scuola, nonché reintroduzione del voto in condotta».
Di cosa si tratta lo spiega Il Giornale: “I leghisti propongono l’inserimento dell’educazione civica, obbligatorio, nelle scuole elementari, medie e superiori. Il ritorno del voto in condotta e, contestualmente, un coinvolgimento indiscriminato degli allievi nelle sedi decisionali di classe e istituto”, quindi il drastico abbassamento dell’età utile per essere eletti come rappresentanti negli organi collegiali.
Il ddl, infatti, prevede la modifica del decreto legislativo n.297 del 16 aprile 1994, un testo unico che regola le «disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado». Secondo la legge, la rappresentanza degli studenti esiste soltanto negli istituti secondari superiori, a partire da 14 anni in su. Mentre questa proposta vorrebbe estenderla a cominciare dalla scuola elementare.
L’unico limite alla partecipazione dei bambini della scuola elementare è il cosiddetto elettorato passivo. Che, secondo il ddl leghista «spetta agli alunni che frequentano la classe quinta anche se anticipatari». Possono essere eletti, quindi, ragazzini di 10 anni o anche di nove, nel caso si trovassero un anno avanti. Il diritto di voto, invece, è allargato a tutti. A partire dalla prima elementare, che vuol dire sei anni di età. Dice la proposta di legge: «L’elettorato attivo per l’elezione dei rappresentanti degli alunni spetta agli studenti delle classi della scuola primaria, qualunque sia la loro età».
Resta da capire-chiosa Il Giornale– se, una volta eletti, i bambini di 10 anni dovranno presentarsi alle riunioni dei consigli di classe e d’istituto accompagnati dai genitori o meno.
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