Sulla riforma della scuola non sarà possibile intervenire sul piano di assunzioni, allargando il numero e il tipo di precari (Tfa, Pas, ecc.) perché le risorse stanno scritte nella legge di stabilità che non si può o cambiare: a dirlo, nelle ultime ore, è stata Francesca Puglisi (responsabile scuola Pd). Che ha però lasciato delle speranze su altre modifiche: i poteri dei presidi, con l’incarico a tempo (il dirigente scolastico dovrà cambiare scuola ogni due trienni) e la loro valutazione da associare al raggiungimento di obiettivi. Basterà a docenti, personale, sindacati e piazza per fermare la contestazione?
L’Ansa, per completare il discorso sugli emendamenti che hanno discrete possibilità di essere accolti al Senato, ha realizzato un quadro esauriente.
Tra gli oltre 2.000 emendamenti dichiarati ammissibili ce ne sono alcuni, prevalentemente targati Pd, che toccano temi “caldi” del provvedimento e che verranno sottoposti all’esame di Governo e relatori.
SCHOOL BONUS – Potrebbe essere introdotto un limite massimo alle donazioni (erogazioni liberali in denaro) alle scuole, e dunque agli sgravi conseguenti, che sarebbe di 5.000 euro annui per le persone fisiche e 50.000 per le imprese.
ASSUNZIONI – Si prevede una quota di riserva, fino al 40%, per i precari che hanno raggiunto i 36 mesi di servizio con contratti a tempo determinato.
CHIAMATA DIRETTA – Slitterebbe di un anno la possibilità di chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici.
PRESIDI – Il dirigente scolastico dovrà cambiare scuola ogni due trienni. Potrebbe ottenere una proroga e avere dunque il rinnovo dell’incarico nel caso mancassero due anni al suo pensionamento. Sarà valutato ogni tre anni (e su questo si giocherà l’indennità integrativa) sulla base del raggiungimento di obiettivi (tra questi potrebbe esserci anche il successo formativo ottenuto).
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VALUTAZIONE PROF – Cambia la composizione del Comitato di valutazione: presieduto dal preside, composto di 4 docenti scelti dal Consiglio di istituto, verrebbe allargato a rappresentanti dell’utenza (dunque genitori e studenti), per evitare conflitti di interesse, soltanto se chiamato a esprimere criteri generali. In caso di valutazione negativa di un insegnante potrebbe esserci la possibilità di una proroga di un anno per rivedere il giudizio.
PARITARIE – Potrebbero essere esclusi dai benefici previsti (detraibilità delle spese sostenute per la frequenza scolastica) le fasce di reddito oltre una certa soglia (probabilmente sopra i 100.000 euro).
CLASSI POLLAIO – Verrebbe introdotto un tetto massimo di 25 alunni. Dalle primarie alle Superiori questo intervento costerebbe 456 milioni di euro.
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