Gli organi collegiali dellascuola non cambiano faccia. A deciderlo è stata la commissione Cultura della Camera, che il 7 maggio ha cancellato il comma dell’articolo 21 (quello sulle deleghe al governo) che prevedeva di affidare all’Esecutivo una specifica delega per la riforma. L’emendamento, che era stato presentato dal Pd, primo firmatario Stefano Fassina, è stato approvato con il parere favorevole del governo.
Rimangono “congelati”, intanto, Gli articoli dal 7 al 9: quelli che riguardano i temi più caldi, relativi ad organici, assunzioni ed assegnazione dei docenti. L’ultima giornata di lavoro in VII commissione è servita, in particolare, a modificare gli articoli 10, 14 e 16. E anche quelli relativi all’edilizia scolastica (art.18-19-20).
Si è scelto così di non rispettare l’ordine previsto (l’ultimo articolo approvato è il 5, sull’innovazione digitale e la didattica laboratoriale) ma di passare direttamente all’esame degli articoli finali. Viene accantonata dunque al momento il “cuore” della riforma. Quella che sindacati, opposizioni e mondo della scuola in generale, chiedono di cambiare.
L’8 maggio la Commissione non si riunirà, “per consentire alla relatrice, Maria Coscia, di presentare ulteriori emendamenti agli articoli accantonati”, ha detto Manuela Ghizzoni (Pd). Emendamenti che dovrebbero provenire dagli incontri tenuti dal Pd con i rappresentanti del mondo sindacale, delle associazioni dei genitori, di insegnanti e studenti.
La discussione riprenderà quindi sabato mattina e proseguirà per tutto il week end. E proprio mentre il Pd oggi incontrava al Nazareno sindacati e associazioni per riascoltare le loro istanze, in Commissione si decideva di diminuire il numero di deleghe assegnate al governo: “sono state soppresse alcune deleghe già anticipate negli articoli esaminati e approvati, come ad esempio quella sugli Istituti tecnici superiori, quella sul digitale e quella sull’autonomia – aggiunge Ghizzoni – soppressa anche la delega per il riordino del governo e degli organi collegiali”, con un emendamento a prima firma Fassina. “Rimangono invece accantonate – osserva Milena Santerini (Pi-Cd) – le deleghe sull’abilitazione all’insegnamento, sulla revisione dei percorsi professionali e sul diritto allo studio”. Da una settimana i lavori in Commissione proseguono senza il contributo del M5s, che ha deciso di abbandonare la discussione: “In queste ore – affermano i 5 stelle – stiamo assistendo a un teatrino stucchevole, a tratti penoso”.
Tra le proposte dell’ultimo momento, segnaliamo quella di Elena Centemero (Fi), che invita a includere nel piano assunzione anche gli idonei all’ultimo ‘concorsone’.
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Intanto, i sindacati sostengono che non ci sono grossi passi in avanti. “Se dovessi dire che abbiamo la certezza che incontreremo il governo – ha detto la leader Cgil, Susanna Camusso, dopo essersi recata al Nazareno – direi una cosa non vera, anche se il Pd ha registrato la nostra richiesta. Abbiamo rispiegato le ragioni dello sciopero e del successo che ha avuto, abbiamo apprezzato la disponibilità di metodo per continuare a vederci ma – ha concluso – molti nodi li può sciogliere il governo non un singolo partito”. Camusso ha ricordato tra gli scogli da superare le questioni dei precari, del contratto (fermo da 6 anni) della valutazione dei prof.
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