L’iter di approvazione del testo di riforma riparte con tempi serrati: il termine per presentare i subemendamenti al maxi-emendamento sul ddl Scuola è stato fissato alle ore 14.00 di mercoledì 23 giugno. Quindi, è stato concesso meno di un giorno di tempo.
A stabilirlo è stato l’ufficio di presidenza della commissione Cultura del Senato. Terminata la scadenza, quindi nel pomeriggio del 23 giugno, si riunirà nuovamente l’ufficio di presidenza della commissione per decidere come procedere e, in caso di iter normale, si inizierà a votare alle 15.00, come già indicato in un altro articolo.
Il presidente della commissione, Andrea Marcucci (Pd), ha fatto osservare che i tempi stretti sono motivati dal fatto che il DdL è “un provvedimento urgente e quindi il governo, la maggioranza e il relatore sono decisi a procedere in modo celere. Naturalmente attendiamo anche le decisioni della conferenza dei capigruppo”. Per Marcucci, grazie al maxi-emendamento “vengono realizzate diverse aspettative, raccogliendo istanze presentare in commissione non solo da esponenti della maggioranza, ma anche da senatori dell’opposizione”.
Per costoro, che vorrebbero il ritiro del DdL, la decisione presa dalla maggioranza non è tollerabile: uscendo dall’ufficio di presidenza della commissione, hanno criticato sia i contenuti del maxi-emendamento, sia il modo di procedere, definito da Marco Marin (Fi) “schizofrenico”.
Particolarmente critico è stato anche il sen. Fabrizio Bocchino (Ilic-Gruppo Misto), vicepresidente della Commissione Istruzione. “Lo diciamo da giorni che i centomila posti in organico ci sono e che si può procedere all’assunzione a prescindere dalla costituzione dell’organico dell’autonomia e di tutte le norme ad esso collegate”, ha detto l’ex ‘grillino’.
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“La conferma – prosegue Bocchino – viene proprio dal maxiemendamento presentato oggi in commissione dai relatori che prevede l’assunzione, secondo le regole da sempre utilizzate, di 100 mila insegnanti da utilizzare per quest’anno tutti su posti comuni e di sostegno tranne poi distrarne l’anno prossimo 48.812 facendolo confluire nell’organico del potenziamento e quindi nel girone infernale degli ambiti”.
Per l’esponente del Gruppo Misto, “quindi il Governo da una parte ammette la necessità di assumere centomila insegnanti per far fronte alle esigenze ordinarie della scuola dall’altra, dopo aver utilizzato quest’anno metà di questi docenti sulle varie cattedre, ritorneranno l’anno prossimo negli ambiti istituiti dal DdL e seguiranno una non meglio precisata sorte. Ma che bisogno c’è?”.
Per le modifiche al DdL, in ogni caso, sembra che il tempo sia scaduto. L’impressione è che la mole di emendamenti sia ancora alta. E che il voto di fiducia sia diventata più di un’ipotesi.
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