Il terremoto politico causato dalle parole di Renzi sulle assunzioni (clicca qui) ha l’obiettivo di far uscire dalla palude il DdL Scuola. Come riporta il “Corriere della Sera”, dello stralcio Renzi non ne vuol sapere. Lo conferma il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Dopo le parole di Renzi nessuno se la sente di dire con certezza che cosa sarà delle assunzioni.
L’unico punto fermo resta che circa la metà delle centomila assunzioni potranno essere fatte comunque, perché tra posti liberi e turn over oltre 45 mila insegnanti potranno essere comunque stabilizzati, anche se non tutti dalle graduatorie ad esaurimento.
In un’intervista al Corriere, la relatrice del DdL, Francesca Puglisi afferma che “lo slittamento è una scelta obbligata. Con cinquemila emendamenti alla Camera e tremila al Senato, le opposizioni si assumono la responsabilità di far saltare le assunzioni: far slittare la discussione oltre la fine di giugno significa andare fuori tempo massimo per portare a casa le assunzioni, i tempi del governo erano altri. Il governo prevedeva l’approvazione entro la metà di giugno, con tutti questi emendamenti i tempi si sono allungati. Perciò domattina (questa mattina, ndr) in commissione proporrò a tutti i colleghi, dell’opposizione e della minoranza pd, di ridurre in modo drastico il numero di emendamenti per procedere speditamente. Se non fosse così le opposizioni devono prendere atto della situazione. L’allarme del presidente del Consiglio non è una minaccia, ma un dato di fatto: andare oltre la fine di giugno farà saltare le assunzioni, serve una prova di responsabilità da parte di tutti. Niente decreto ad hoc. Perché la Buona Scuola non è l’assunzione dei precari: per cambiare la scuola italiana non basta assumere centomila persone, c’è un progetto di riforma dietro, in cui noi continuiamo a credere, ma la bagarre politica è solo sui problemi degli insegnanti e si dimenticano gli studenti, il vero punto centrale di questa riforma”. Assunzioni? Non sarebbe un rinvio sine die, non credo cambi molto spostare di un anno la stabilizzazione per persone che avevano una prospettiva di anni di precariato”