“Una conto è la spregiudicatezza, un altro le balle spudorate come quelle raccontate da M5S sul reclutamento dei futuri insegnanti: secondo la proposta del Pd, l’aspirante insegnante per formarsi non pagherà più di tasca propria, anzi verrà pagato dallo Stato”. Così Manuela Ghizzoni, deputata del Partito Democratico e componente in Commissione Cultura alla Camera.
“Per la formazione iniziale del docente e l’accesso alla professione – spiega Ghizzoni – abbiamo previsto un modello totalmente innovativo. Il nostro obiettivo è evitare gli errori del passato, in particolare quello di creare precariato, e poter mettere alla prova gli aspiranti docenti con tirocinio e formazione sul campo”.
“Per questo, per l’accesso alla professione – continua la deputata democratica – abbiamo previsto un concorso nazionale attraverso il quale si accede a un contratto triennale di formazione, durante il quale l’aspirante docente perfeziona le competenze sulla didattica della disciplina e progressivamente assume la funzione docente. Al termine del triennio, si passa direttamente in ruolo. In poche parole, lo Stato investe sui talenti e le attitudini dei futuri docenti, pagandone la formazione. Ne deduciamo – aggiunge la deputata democratica – che i 5 Stelle preferiscono il modello dei costosi Tfa a pagamento (da 2500 a 3000 euro) a carico degli aspiranti docenti. Noi preferiamo pagarli mentre si perfezionano.Loro preferisco il sistema attuale, che produce precariato, noi le immissioni in ruolo garantite sul fabbisogno, con un’unica prova concorsuale”.
“Per evitare questo strafalcione, bastava leggersi il testo delle modifiche al ddl. Ma i deputati di M5S non si sono evidentemente presi la briga di farlo: sparare accuse a casaccio è più facile”, conclude Manuela Ghizzoni.