Martedì 23, alle 10.30, la commissione Istruzione del Senato riprende l’esame del provvedimento e l’esito della riunione segnerà il cammino del DdL, che, nel giro di pochissimi giorni, forse già giovedì 25, potrebbe finire nell’aula del Senato “blindata” da un voto di fiducia.
La proposta di mediazione preparata dai relatori Franco Conte (Ap) e Francesca Puglisi (Pd) è al centro di un lavoro che è ancora in corso e che occuperà fino all’ultimo minuto disponibile per arrivare in commissione con un testo che convinca le opposizioni. Tra le novità del maxi-emendamento, a quanto si apprende, la possibilità di assumere anche i circa 6 mila e 500 docenti idonei del concorso del 2012 – fermo restando lo stesso numero di assunzioni previste, circa 107 mila -, l’ampliamento a un numero maggiore di docenti – da 2 a 4 – della commissione di valutazione dei prof, un tetto di 100 mila euro per lo school bonus, le donazioni delle aziende alle scuole.
Se tutto questo basterà alle opposizioni – riporta askanews – il lavoro in commissione e poi in aula sarà in discesa, altrimenti la strada sarà una: portare in aula il maxi-emendamento – senza votare il mandato al relatore in commissione – e poi porre la fiducia. Cosa che, verosimilmente, potrebbe accadere giovedì, secondo alcune indiscrezioni.
Per il premier Matteo Renzi su questo “deciderà il Parlamento”, ma “è del tutto evidente che se la riforma non passa o non passa in tempo, le assunzioni saranno quelle previste dal turn over, che sono circa 20-22mila persone” e non le 100 mila di settembre, né tantomeno quelle possibili nel 2016.
I numeri alla Commissione Istruzione del Senato non fanno dormire ‘sogni tranquilli’ al governo (15 a 12 per la maggioranza con le incognite Mineo, Tocci e Rubbia). Intanto domani stesso è convocata la conferenza dei capigruppo che servirà a stilare il calendario dei lavori al Senato dove è previsto, per mercoledì l’intervento di Renzi sul prossimo Consiglio Europeo. Le opposizioni, però, non mollano. Dal M5S al Sel passando per la minoranza Pd con Mineo sul piede di guerra: “Riterrei il ricorso alla fiducia un abuso e una dichiarazione di guerra contro il mondo della scuola”.
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