Oggi è stata un’altra giornata frenetica con botta e risposta tra esponenti della maggioranza e quelli dell’opposizione.
Alla fine, poco prima delle 19, il presidente della commissione Istruzione, Andrea Marcucci, senatore renziano, accoglie la richiesta che i relatori del provvedimento avanzano nell’ufficio di presidenza: più tempo per tentare di sfrondare i circa 3 mila emendamenti alla “Buona scuola”. Così la seduta della settima commissione di Palazzo Madama, dove i numeri per la maggioranza sono in bilico – 15 senatori, compresi i due critici della minoranza Pd, Walter Tocci e Corradino Mineo, contro 12 dell’opposizione – viene rinviata a martedì 23 giugno alle 10.
Si accoglie, pertanto, la richiesta del premier Renzi: se diminuiscono gli emendamenti si fa ancora in tempo a mettere in pista la riforma e a portare in cattedra a settembre i 100 mila insegnanti a cui il disegno di legge ha promesso l’immissione in ruolo. Altrimenti le assunzioni saltano. Fervono dunque le trattative, ma le opposizioni non ci stanno e gridano al “vergognoso ricatto” (come detto da Loredana De Petris e Alessia Petraglia di Sel).
La minoranza Pd chiede, per ‘non entrare in guerra’, la possibilità di scorporare le assunzioni dal resto della riforma. Walter Tocci, uno delle voci più critiche in Commissione Senato, in un post sul suo blog, si dice “pronto a “ritirare” subito i suoi emendamenti a patto che le assunzioni dei precari vengano messe nella strada sicura e veloce del decreto legge. Poi “a luglio”, dopo la conferenza annunciata dallo stesso Renzi, si discuterà della riforma.
Le cose, però, non sono così semplici. Il governo, spiega una fonte di maggioranza, riportata da askanews, farà ‘il tutto per tutto’ per riuscire ad arrivare in commissione martedì con un numero ridotto di emendamenti che consenta di approvare “nel giro di uno-due giorni” il testo in Commissione. Sono 334 gli emendamenti del Pd, 152 quelli di Area Popolare (per rimanere nella maggioranza), 620 quelli del M5S, 529 quelli di Sel (quelli dell’opposizione) solo per citare la parte piu consistente.
Se la strategia del PD sortirà gli esiti sperati, con i tempi strettissimi che restano, la strada può essere solo una, come già prospettato da “La Tecnica della Scuola” nei giorni scorsi: mettere la fiducia in aula (con un maxi emendamento) e incassare il via libera al Senato. Poi un passaggio lampo con testo super blindato alla Camera e il varo della riforma entro il 30 giugno. Termine massimo, si spiega, perché la riforma sia a regime a settembre.
Una strategia rischiosa, ma che metterebbe, allo stesso tempo, all’angolo la minoranza dem (con Renzi che potrebbe scaricare la colpa delle mancate assunzioni ai senatori ‘ribelli’ e alle opposizioni). Intanto, in serata, incontro a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e Denis Verdini nel tentativo di riavvicinare le loro posizioni sul futuro di Forza Italia e le posizioni da assumere in merito alle riforme del governo. Dall’incontro potrebbe dipendere l’eventualità che Verdini lasci il partito ed entri nel Gruppo Misto con un drappello di ‘fedelissimi’ (una dozzina) pronti ad aiutare la maggioranza, fin dal caso spinoso del DdL Scuola, nel proseguimento della legislatura.
Sarà così? Nuovi colpi di scena sono previsti nei prossimi giorni.
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