Il testo è quello modificato al Senato a fine giugno e approvato con voto di fiducia: è blindato, come blindati sono i tempi di approvazione per consentire già dal prossimo anno l’immissione in ruolo dei 100 mila precari previsti dalla riforma.
Il rapido e facile ok in commissione sembra al momento far escludere il ricorso anche a Montecitorio al voto di fiducia, anche se le ministre Maria Elena Boschi e Stefania Giannini sono pronte a utilizzarlo in caso insorgessero improvvise difficoltà.
Il ritorno in aula della riforma della scuola si accompagna al ritorno in piazza Montecitorio della protesta di studenti, insegnanti, sindacati e opposizioni. Nel frattempo i sindacati stanno preparando ricorsi per la declaratoria di incostituzionalità della chiamata diretta, per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento del personale abilitato, per l’assunzione di tutti gli idonei dei vecchi concorsi, per la contestazione, anche attraverso le Rsu d’Istituto, dei criteri di assegnazione del merito al personale, per la stabilizzazione dei precari e la corresponsione del risarcimento, per la partecipazione dei laureati ai nuovi concorsi e dei ricorrenti attuali ai corsi-concorsi per dirigente scolastico.
In serata si è svolta la discussione generale con gli interventi di diversi deputati, da Binetti fino a Chimenti passando per Santerini e Scotto. Alla fine c’è stata anche la risposta del ministro Giannini.
Mercoledì si riprende dalle 9.30 per l’approvazione finale.
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