L’aula della Camera ha dato il via libera al ddl di riforma della scuola con 316 voti a favore, 137 contrari, 1 astenuto. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Prima del voto i ringraziamenti della relatrice Maria Coscia (Pd) che ha ribadito, tra l’altro, come “il governo si sia posto in una posizione di ascolto rendendo possibile fare modifiche al testo”.
Tensione in aula alla Camera a conclusione della votazione finale. La presidente Laura Boldrini è intervenuta più volte per richiamare all’ordine i deputati di Sinistra ecologia e libertà, che hanno gridato ritmicamente “Scuola pubblica, scuola pubblica!” e il capogruppo di Fdi, Fabio Rampelli, che ha esposto una lavagnetta con la scritta “Bocciato!” in direzione dei banchi del governo. Boldrini ha chiesto ai commessi di intervenire per la rimozione dell’oggetto estraneo.
Soddisfazione da parte del governo: “La Buona Scuola non è una riforma. E’ un cambiamento radicale della nostra identità collettiva. Non esiste in Italia istituzione che appartenga di piu’ agli italiani della scuola. Il voto dell’Aula di Montecitorio di oggi ci dice questo: gli italiani vogliono pensarsi al futuro e vogliono farlo partendo dalla scuola. Abbiamo avuto coraggio, ci abbiamo creduto e andiamo avanti. E’ la volta buona”. Così il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. Poco dopo sono arrivate le parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: “Con l’approvazione del ddl sulla scuola alla Camera “credo si faccia un grande cambio culturale. Giannini si è detta “emozionata e soddisfatta” e ha sottolineato che “il primo articolo riassume quello che abbiamo fatto. Intendiamo offrire una scuola di qualità, aperta e inclusiva”. Poi ha aggiunto che nel corso dell’esame al Senato del ddl di riforma della scuola “i pilastri del provvedimento non saranno toccati, non potranno essere toccati. Quello in Senato è un altro passaggio sostanziale, non è formale” ha aggiunto il ministro, ricordando che il provvedimento “ha già subito un’evoluzione condivisa”.
Felice anche il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano: “Ho votato perché questa è la riforma che volevamo, la nostra riforma, non a caso la sinistra non l’ha votata. Mette al centro merito, autonomia, esalta la libertà di scelta, rafforza il rapporto tra scuola e lavoro e va contro il conservatorismo del sindacato, che ancora una volta è una delle ragioni piu’ forti per le quali siamo al governo”.
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IL NUOVO TESTO DEL DDL 2994 E ABB. CHE SI STA APPROVANDO
AGGIORNAMENTI
Concluso nella seduta notturna il voto degli emendamenti l’aula della Camera si appresta a dare il primo via libera alla riforma della scuola. Il voto finale al ddl che prevede l’assunzione di circa 100 mila precari a partire dal primo settembre, maggiori poteri per i presidi, limite di 36 mesi per i contratti di supplenza e un fondo di 200 milioni di euro all’anno per premiare il merito dei docenti, e’ fissato per le 13. E’ stata stralciata la norma sulla possibilita’ per i contribuenti italiani di finanziare la scuola, pubblica o paritaria, con il 5 per mille.
La discussione a Palazzo Madama, peraltro, avrà tempi forse ancora più serrati che a Montecitorio – c’è da considerare anche la pausa per le elezioni amministrative – perchè per essere a regime dal prossimo anno scolastico la riforma dovrà essere licenziata dal Parlamento entro la metà di giugno.
9.21 E’ in corso alla Camera una riunione della minoranza Pd per decidere il da farsi sul voto finale di stamani al ddl di riforma della scuola. Come riporta l’Asca, sono due sostanzialmente, secondo quanto si apprende, le possibili strade: non partecipare al voto uscendo dall’aula come è accaduto con la fiducia alla legge elettorale o votare sì ma presentando un documento critico. Tutto deve essere ancora valutato. Poche e isolate, invece, le posizioni di rottura determinate a votare “no” al provvedimento.
9.25 “La democrazia italiana sta subendo una forzatura gravissima ed inaccettabile. Il Governo Renzi, nonostante la forte e maggioritaria contrarietà espressa negli ultimi mesi, ci vuole dare una lezione di forza, approvando un provvedimento che non ha mai tenuto conto dei bisogni e delle voci del Paese reale.” – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “Con la Buona Scuola Renzi vuole chiudere un ciclo di riforme neoliberiste e autoritarie: dopo il Jobs Act, lo Sblocca Italia e l’Italicum, il cerchio si chiude imponendo un modello di scuola padronale con un dirigente che decide tutto in forma diretta e indiretta, succube dei privati, palestra di precarietà per docenti e studenti, in cui le diseguaglianze attraverso lo school bonus vengono legittimate anziché abbattute, in cui scuola privata e scuola pubblica vengono messe in concorrenza falsata, salvo poi concedere nuove agevolazioni a favore di quest’ultima”.
“Accogliamo positivamente lo stralcio del 5 x 1000, denunciato più volte dall’Unione degli Studenti come potenziale strumento di legittimazione di nuove disuguaglianze, ma rivendichiamo un cambio di marcia radicale sui finanziamenti: si preveda un piano di finanziamento pluriennale che ci porti a raggiungere la media europea del 6% in PIL di investimenti in istruzione, invece di prevedere meno investimenti come scritto nel DEF” – continua Lampis – “Noi non siamo conservatori come ci vuole dipingere il Governo: negli ultimi mesi abbiamo fatto delle proposte concrete contenute ne l’Altra Scuola, documento frutto delle mobilitazioni studentesche, presentato anche alla Camera il 10 marzo. Chiediamo di partire da 7 priorità: un nuovo diritto allo studio col fine di raggiungere la piena gratuità dell’istruzione; un’alternanza scuola-lavoro finanziata e qualificata; finanziamenti per il rilancio della scuola pubblica; una riforma della valutazione in chiave democratica; investimenti sostanziosi sull’edilizia scolastica; un ripensamento radicale dell’autonomia scolastica; una riforma dei cicli scolastici, dei programmi e della didattica. Non ci hanno voluto ascoltare, preferendo le pagine di Confindustria e facendo aperture di facciata!”
9.28 Dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi: “Fin dalla presentazione delle linee guida, a settembre, come Rete degli Studenti Medi ci siamo mobilitati in maniera capillare portando avanti le proposte degli studenti per incidere all’interno della consultazione e creare una riforma della scuola che vedesse le idee degli studenti come protagoniste. Anche oggi, nel giorno in cui si vota il Piano Scuola, che ha fin troppe criticità, gli studenti si mobilitano per mostrare il loro dissenso. La consultazione del governo si è dimostrata solo di facciata e abbiamo dimostrato ampiamente che a queste condizioni il provvedimento non sarà una riforma epocale, ma l’ennesima riforma distruttiva e calata dall’alto.”
9.33 Inizia la seduta alla Camera. Si legge il verbale della giornata di martedì
9.38 Scioperare è un diritto, ma è singolare che i sindacati si mobilitio contro “la scuola che assume”, mentre in passato non l’hanno fatto “contro la Fornero”. Matteo Renzi lo ha detto parlando a Rtl 102.5: “Di cosa si stanno lamentando? Del fatto che mettiamo 3 miliardi sulla scuola? Del fatto che assumiamo 100mila persone? Quando c’è stata la Fornero non hanno fatto scioperi, lo fanno contro la scuola che assume”. “Io rispetto i sindacati – ha concluso Renzi -, facciano quello che credono – peraltro anche sul jobs act ci sono opinioni diverse, una parte è entusiasta – ma il punto è: possiamo dire che l’Italia è di tutti e non solo dei sindacati? Io vado avanti, se mi vogliono fermare facciano”.
9.39 Dopo la lettura del verbale, il vicepresidente della Camera, Simone Baldelli, che presiede l’Assemblea, sospende la seduta fino alle 10
10.05 Si riparte con la votazione dell’articolo 26
https://twitter.com/Montecitorio/status/600935887904575488
10.16 Approvati gli articoli 26 e 27
10.18 Presente in aula per il governo, il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone
10.20 Sui poteri del preside nella riforma della scuola molte cose sono già cambiate, si può ancora “discutere”, ma l’importante è che chi guida gli istituti scolastici non sia un “passacarte”. Lo ha detto Matteo Renzi parlando a Rtl 102.5. Il premier ha spiegato che nei piani del governo “il preside assegna le classi ai professori”, cosa che “formalmente è già cosi’. Noi abbiamo anche immaginato che possa chiamare non gli amici o le amiche da casa, ma che possa individuare dentro l’albo provinciale i professori piu’ adatti alla scuola”.
10.25 Sono sempre di più in piazza Montecitorio gli insegnanti e gli studenti che manifestano contro il ddl di riforma della scuola. “Questa legge è la cifra di un governo che sta cancellando i diritti” spiega al microfono un rappresentante degli emendamenti. “Ritiro, ritiro” gridano alcuni insegnanti. In piazza, nella pausa dei lavori dell’aula, anche alcuni esponenti delle opposizioni come il capogruppo di Sel Arturo Scotto e il deputato cinque stelle Luigi Gallo: “E’ tutto il paese a chiedere il ritiro di questa riforma”.
10.50 La Camera sta votando gli ordini di giorno presentati dai deputati
11.09 A presiedere l’assemblea è il presidente della Camera, Laura Boldrini.
11.40 Via alle dichirazioni di voto
DI LELLO (Psi): “Sì al Ddl, ma ci vogliono delle modifiche. Speriamo nel Senato”
GEBHARD (Minoranze linguistiche): “Sì al Ddl”
BALDASSARE (Alternativa libera): “No al disegno di legge. Anche la piazza ve lo chiede. Giannini sarà ricordata come il ministro che ha distrutto la scuola italiana”
RAMPELLI (Fratelli d’Italia): “Diciamo no a questa riforma disastrosa”
12.01 “No alla propaganda politica tra i banchi di scuola da parte dei docenti”. Il governo ha accolto la proposta del deputato leghista Gianluca Pini “che – spiega una nota della Lega – ha convinto il sottosegretario Faraone a riformulare il proprio ordine del giorno e a introdurre la previsione di un “divieto in capo ai docenti” di “ingenerare” idee politiche nei ragazzi durante le ore di lezione”. Nella formulazione originaria Pini chiedeva anche sanzioni, il taglio di stipendio e il possibile licenziamento per i docenti ‘recidivi’, ma questo passaggio non e’ stato accolto dall’esecutivo.
SANTERINI (Per l’Italia): “Sì al decreto. Il boicottaggio delle prove Invalsi non ci ha convinto”
12.05 “#labuonascuola è risorse fresche per l’istruzione, 3 mld a regime in più su questo capitolo con art.26”. Lo scrive su Twitter, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.
SIMONETTI (LEGA NORD): “No alla riforma. Tante promesse, poca concretezza”
MOLEA (SCELTA CIVICA): “Sì al provvedimento del governo”
12.30 Come riporta l’Asca, proseguono i contatti e le riunioni tra gli esponenti della minoranza Pd sulla linea da tenere sul voto finale al ddl di riforma della scuola. Secondo quanto si apprende da fonti Pd, la proposta dell’ex capogruppo Roberto Speranza e di Guglielmo Epifani sarebbe quella di “riconoscere i significativi miglioramenti” apportati al testo senza negare le “ombre che ancora ci sono” e che vanno chiarite nella discussione al Senato. Insomma l’idea sarebbe quella di non partecipare al voto ma senza “alcun atteggiamento ostile” o di “rottura”.
GIORDANO (SEL): “No al ddl. State riformando la scuola dimenticandosi di chi la vive quotidianamente. Nemmeno la destra aveva osato tanto. Una scuola formato azienda”
12.33 “Tutto il mondo della scuola è in subbuglio perchè percepisce la riforma come uno sfregio, come cancellazione della scuola pubblica italiana. Uno sfregio che trasforma la scuola in una palestra dell’obbedienza”. Così Nichi Vendola, leader di Sel, parlando con i docenti che manifestano davanti a Montecitorio mentre l’aula si avvia a dare il primo ok al provvedimento.
ADORNATO (NCD): “La scuola è tornata ad essere classista. Questa riforma arriva tardi, ma meglio tardi che mai. Il sindacato ha inventato la categoria dell’immobilismo militante”
PALMIERI (FORZA ITALIA): “Vogliamo una scuola forte e libera. No al Ddl”
CHIMIENTI (M5S): “Il ddl è la morte del merito, della qualità di insegnamento. Smettete di prendere in giro docenti e studenti. Come vi siete permessi di approvare una riforma con un governo non eletto dal popolo? La riforma ha messo d’accordo tutti, da docenti agli studenti, per chiedere il ritiro del disegno di legge”
MALPEZZI (PD): “Gli altri governo tagliavano, noi diamo fondi alla scuola. Diamo vita all’autonomia prevista già nel 1999 con la riforma Berlinguer”.
VIA LIBERA AL DDL 2994 DA PARTE DELLA CAMERA
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