L’intenzione del Presidente del Consiglio di non stralciare dal disegno di legge il Piano delle assunzioni dei precari conferma il tentativo di restringere i tempi della discussione parlamentare e la volontà di impedire una modifica radicale dell’impianto autoritario e regressivo del disegno di legge sulla scuola.
Alle dichiarazioni di apertura ai cambiamenti dei contenuti non corrispondono decisioni conseguenti e anzi vengono confermati tutti i punti inaccettabili. Basta con le furbizie perché gli emendamenti che circolano non cambiano assolutamente nulla. Lo sciopero e le manifestazioni unitarie del 5 maggio confermeranno che si allarga l’opposizione e il dissenso del mondo della scuola e del Paese e il Governo dovrà tenerne conto. Non basteranno piccoli aggiustamenti a un provvedimento che demolisce ulteriormente la scuola pubblica.
Senza consenso e partecipazione non ci può essere miglioramento della qualità dell’istruzione del nostro Paese e le mobilitazioni di questi giorni rivendicano una scuola più giusta, più democratica e meno disuguale.