Sul ddl Buona scuola Renzi ammette (a parole) di aver forzato la mano. Si dice pronto a ragionare e a coinvolgere più persone perché “non si può fare una riforma senza il massimo del coinvolgimento”. Ma parallelamente pare si stia “portando avanti col lavoro” anticipando ai dirigenti scolastici le procedure alle quali saranno chiamati con l’approvazione della legge. Come dire: magari il Parlamento farà perdere un po’ di tempo in più, ma il provvedimento sarà come l’ha pensato il capo del Governo, segretario di un partito che si chiama “democratico” pur senza essere mai stato votato dai cittadini». Lo afferma Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord.