Il disegno di legge sul precariato appena approvato dal Consiglio dei Ministri è "un provvedimento che assomiglia ad una pessima circolare di un ufficio periferico": così commenta il segretario nazionale di Cgilscuola Enrico Panini, a poche ore dal comunicato stampa di Palazzo Chigi.
Bisognava fare subito le immissioni in ruolo, sostiene Panini, ma soprattutto "nulla si dice sulla natura pubblica del reclutamento degli insegnanti confermando così la strada della chiamata diretta prevista dalla legge Moratti sulla scuola".
Di tenore analogo è il commento di Daniela Colturani, Cislscuola:
"Questo disegno di legge costituisce ancora un’occasione mancata dal Governo per risolvere i problemi alla radice; le scelte operate, infatti, non sono in grado né di attenuare né di sopire i conflitti lasciati radicare in un mercato del lavoro come quello della scuola reso così sempre più precario e in perenne conflittualità". "La priorità vera – conclude Colturani – è lo sblocco delle assunzioni in ruolo".
Si mostra invece soddisfatto (anche se solo parzialmente) lo Snals che "prende atto – afferma il segretario nazionale Fedele Ricciato – della volontà del Governo di affrontare il problema del precariato complessivamente e con equità".
"Ma adesso – avverte Ricciato – chiediamo con forza l’emanazione del decreto autorizzativo per le immissioni in ruolo nel quadro di un piano pluriennale di assunzioni; qualora il Governo non dovesse emanare con urgenza gli atti necessari per la stabilizzazione del personale saremo costretti a proclamare dure azioni di lotta".
La necessità di predisporre in tempi rapidi gli atti amministrativi preannunciati nel decreto viene sottolineata anche dalla Uilscuola che, per bocca del segretario nazionale Massimo Di Menna, afferma: "La vera questione è quella di garantire un piano di assunzioni che gradualmente assorba tutto il precariato prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento previsto dalla legge delega".
Positiva, secondo Uilscuola, è invece la soluzione adottata per gli insegnanti di sostegno che è esattamente quella proposta da tempo dal sindacato stesso: le Università dovranno già quest’anno organizzazione corsi speciali per consentire agli insegnanti di sostegno che ne sono sprovvisti di conseguire l’abilitazione all’insegnamento necessaria per entrare nelle graduatorie permanenti.
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