Come già anticipato negli scorsi giorni, con le parole della presidente Meloni, questa mattina si attendeva il voto al Senato per il disegno di legge del governo contro la violenza sulle donne. E proprio poco fa è stato approvato con 157 sì. Il ddl era già passato all’esame della Camera lo scorso 26 ottobre. La legge mira a rafforzare la tutela della vittima accrescendo l’attenzione verso i “reati spia” e inasprendo le misure di protezione preventiva. Il provvedimento fissa tempi stringenti per l’adozione delle misure cautelari, come l’utilizzo più rigoroso del braccialetto elettronico, e dispone l’arresto anche in “flagranza differita” con l’acquisizione di documentazione video-fotografica.
Lo stesso consenso, però, non è stato riscontrato nella proposta dell’educazione sessuale a scuola. Infatti, come riporta Repubblica, l’atto della maggioranza, primo firmatario Lucio Malan (FdI), prevede solo l’educazione “emotivo-sentimentale” dalle scuole medie in poi.
Quindi, a passare sono tre punti fondamentali: più risorse per la formazione del personale degli operatori della giustizia, l’esigenza di tempi certi per portare in aula altri provvedimenti, l’impegno a predisporre i decreti attuativi della legge sulle statistiche sulla violenza di genere.
Si è svolta oggi, mercoledì 22 novembre, la conferenza stampa di presentazione del progetto “Educare alle relazioni”. A intervenire il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha spiegato il contenuto del progetto e i ministri Roccella e Sangiuliano.
La ministra Roccella è intervenuta sulla questione parlando del ddl: “Il ddl sulla violenza sulle donne il cambiamento necessario per questo Paese sulla cultura del rispetto. Abbiamo ritenuto subito che il metodo necessario sia la condivisione. Una legge è fondamentale ma non risolve tutto, c’è bisogno di un cambiamento culturale impegnativo. Non è un’impresa da poco, ci vuole collaborazione. Il protocollo che stiamo firmando ha obiettivi precisi: serve per diffondere fra i giovani il valore del rispetto reciproco; vogliamo far acquisire agli studenti gli strumenti necessari per riconoscere violenza e discriminazioni, dare alle donne gli strumenti per riconoscere i segni delle violenze, di comportamenti aggressivi. Dobbiamo coinvolgere anche gli uomini, le studentesse cominciano ad avere una sensibilità allertata. Credo che i protagonisti del cambiamento debbano essere gli uomini. Alle donne dobbiamo dare gli strumenti per riconoscere le violenze e tutelarsi. Vogliamo anche far conoscere le norme sulla violenza, per far sapere a cosa si va incontro. Come? Con la partecipazione in prima persona degli studenti e l’identificazione con le storie di violenza. Per questo abbiamo pensato a stimolare i ragazzi a produrre video e cortometraggi sulla violenza. Vagliandoli, i più rappresentativi potranno essere portati al Festival del Cinema di Venezia”.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…