“Anche la scuola vuole la legge Zan,” così Barbara Floridia, sottosegretaria all’istruzione, in difesa del discorso di Fedez al concerto del primo maggio.
“Mai più frasi come se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno!! Ma come possono solo essere pensate certe affermazioni?? L’educazione civica comprenda l’educazione contro l’omofobia e l’educazione di genere. Sempre più urgente parlare di educazione ai diritti civili. La politica ha bisogno di artisti come Fedez. Libertà d’espressione e libertà d’essere se stessi non vadano mai violate. Dobbiamo ripeterlo sempre fino a quando avremo vinto, dirlo da un palco, in una aula del senato, in ogni casa e in tutte le piazza del nostro Paese. Che brutta storia nel ventunesimo secolo trovarci a difendere il diritto d’essere liberi.”
Anche Lucia Azzolina, ex ministra dell’Istruzione, sui propri profili social torna sull’argomento, affermando: “Adeguarsi al sistema, non fare nomi e cognomi. E’ vero, esiste il sistema e ieri sera si è palesato. Si può dire che Salvini non gradisce il Ddl Zan? Che osteggia certi diritti? Che è rimasto ai tempi della pietra? La risposta ieri sera è stata NO.” Il riferimento è chiaramente al tentativo di censura che la rete nazionale ha provato ad attuare nei confronti dell’artista, scatenando, all’inverso, l’amplificazione del discorso di Fedez su tutti i canali social e sulle principali testate del Paese.
Sono tantissimi, oggi, gli apprezzamenti nei confronti del cantante, da parte del mondo della politica, a partire dallo stesso Alessandro Zan, deputato del Partito democratico e attivista LGBT.
Ricordiamo che il Ddl Zan è il Disegno di legge contro i crimini d’odio fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, a firma del deputato Alessandro Zan.
Il disegno di legge mira a punire chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione o violenza per i motivi sopra detti. Di fatto permetterebbe di punire i crimini e le violenze contro persone gay, lesbiche, trans, picchiate, aggredite, discriminate in quanto tali.
A che punto è la legge? Approvata alla Camera, con il sostegno di Pd, Leu, Italia Viva e M5S, ma ferma alla Commissione al Senato per via dell’ostruzionismo di Lega e Fratelli d’Italia, nella persona di Andrea Ostellari, il presidente leghista della commissione, che a lungo si è rifiutato di calendarizzare il ddl contro l’omofobia.
Da qui, la contestazione di un folto numero di artisti, non ultimo Fedez, che in occasione del primo maggio ha riportato le dichiarazioni omofobiche di molti esponenti della Lega, che rendono ancora più urgente l’approvazione del Ddl.
Dopo la tardiva calendarizzazione al Senato, è ancora scontro tra il promotore della legge, Alessandro Zan, e il Presidente della Commissione Giustizia a Palazzo Madama. Lamenta il deputato del Pd: “Ostellari che si autonomina relatore è l’ennesima forzatura di chi vuole affossare una legge voluta dalla maggioranza del Senato. Ancora una volta dimostra di gestire la Commissione Giustizia come fosse di sua proprietà. Le istituzioni si rispettano.”
E ancora: “Andrea Ostellari si legga la legge, visto che si è autoproclamato relatore. Se dice che è scritta male allora dica che lo è anche la legge Mancino contro razzismo e odio religioso, si tratta di una sua estensione. Il problema culturale della Lega è un altro: l’omotransfobia”.
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