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De Luca protesta contro l’autonomia differenziata e insulta Meloni, Valditara: “Incredibile e volgare offesa”

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Stanno facendo scalpore le immagini di ieri relative alla protesta di centinaia di sindaci del Mezzogiorno a Roma, guidati dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, per dire no all’autonomia differenziata. Come riporta RaiNews, ci sono stati momenti di tensione con la polizia. De Luca avrebbe pure urlato: “Ci dovete caricare, ci dovete uccidere”.

Scontro Meloni-De Luca

In particolare si parla moltissimo del commento della premier Giorgia Meloni, che avrebbe invitato, a distanza, De Luca a “lavorare” invece di protestare. “Forse se si lavorasse invece di fare le manifestazioni si potrebbe ottenere qualche risultato in più”, ha detto. Immediata la risposta del numero uno della Regione Campania, che avrebbe insultato la Meloni.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, riporta Ansa, ha detto: “Mancato il rispetto per gli uomini e le donne in divisa anche da parte di chi, per il ruolo che ricopre, dovrebbe invece rappresentare le proprie idee all’insegna del massimo rispetto delle istituzioni e delle regole”.

A commentare i fatti anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con un post su X: “Inquietante il degrado della lotta politica portata avanti da alcuni esponenti dell’opposizione che ricorrono all’insulto e alla mistificazione dei fatti. Ultimo esempio oggi il Governatore Vincenzo De Luca con l’incredibile e volgare offesa alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Qualunque persona in buona fede non può che condannare duramente questi insulti”, ha scritto.

Autonomia differenziata, prosegue l’iter

A fine gennaio scorso fino all’ultimo momento si sono susseguiti interventi e proteste contro il disegno di legge Calderoli sulla autonomia differenziata ma alla fine non c’è stato niente da fare: la maggioranza è andata avanti e il disegno di legge (il numero 615, per la precisione) è stato approvato dal Senato (110 sì, 60 no e 3 astensioni).
Il provvedimento si compone di 11 articoli.

Fra i più importanti vanno segnalati il numero 3 che rafforza ulteriormente, rispetto alla prima stesura del provvedimento, il ruolo del Parlamento nella determinazione dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni).
L’articolo 4 garantisce l’uguaglianza dei LEP su tutto il territorio nazionale mentre gli articoli 5 e 6 regolano rispettivamente le modalità dell’intesa e il trasferimento delle funzioni dalle Regioni agli enti locali.
Alcuni articoli (il 7 e il 10 soprattutto) contengono disposizioni finalizzate garantire l’unità nazionale e la coesione sociale-

Redazione

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