Di fronte al fatto che in Italia ci siano due milioni di analfabeti e quindici milioni semianalfabeti; che solo il 40% ha letto un libro in un anno (contro il 70% del nord Europa) e tre persone su dieci leggono giornali, la domanda a Tullio De Mauro, ex ministro dell’istruzione e linguista illustre, è stata: l’arretratezza della conoscenza vuol dire disoccupazione?
“Nel 1951 avevamo una media di tre anni di scuola a testa, pari ai paesi sottosviluppati, ma poi l’Italia ha fatto passi da gigante e nel 2011 siamo arrivati a 12 anni di scuola a testa. Il ministro dell’economia, per altro, dovrebbe tornare a scuola se dice che con la cultura non si mangia. Al contrario: più cresce l’istruzione e più aumenta il lavoro e il fatturato annuo. Ma bisogna continuare a crescere, ogni giorno.” Severo invece sulla proposta di Profumo di dotare i professori italiani di un tablet: “Il Ministro Profumo, a parer mio, non ha fatto niente, men che meno leggi o riforme. Si leggono pochi giornali? Allora i giornalisti dovrebbero chiedersi il perché, forse la responsabilità è di come sono fatti questi giornali italiani”. Ma “se ci fossero più pc nelle scuole non sarebbe una cosa negativa. Ci vorrebbe l’informatica e bravi professori che sappiano usarla, altrimenti si creerebbero solo danni. Così sarebbe più facile far girare la cultura”.
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