Secondo i dati rilasciati dal Miur, il 42% degli studenti viene promosso con debiti e solo 1 su 4 li recupera. Un mercato che al 90% non viene dichiarato e che genera un giro d’affari che supera gli 800 milioni di euro, secondo la Fondazione Einaudi che nel 2016 ha presentato lo studio “Quanto vale il mercato nero delle ripetizioni scolastiche?”.
In ogni caso sembra che la metà degli studenti delle scuole superiori si avvalga di ripetizioni private oltre l’orario scolastico, nonostante i ragazzi siano tra i più impegnati al mondo per tempo dedicato ai compiti, allo studio a casa e alle lezioni di recupero.
Con le esigue risorse messe a disposizione per i corsi di recupero si riesce a garantire un fabbisogno minimo, organizzando così pochi corsi da dieci ore per circa 15/18 studenti, con un impatto irrisorio.
Da qui, scrive Agi.it, il ricorso al privato e tra le principali richieste figurano matematica, latino e greco e, in misura minore, inglese.
Se i professori della stessa scuola non possono dare ripetizioni la famiglia si rivolgerebbe in primis studenti universitari ma anche insegnanti di ruolo o in pensione
Per le medie, ci sarebbe la figura del ‘tutor’, ragazzi solitamente universitari che seguono i giovanissimi nei compiti, mentre a Roma era stato lanciato FormarsInsieme, un progetto di supporto scolastico rivolto in particolare agli studenti delle seconde e terze medie.
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Per quanto riguarda i costi, Agi.it, scrive: per un’ora di lezione privata in matematica, latino o greco, si va dai 18/20 euro applicato dagli studenti universitari ai 30/35 euro del docente di ruolo.
Per l’insegnamento dell’inglese il prezzo scende ai 20/25 euro. Se la base minima è di un’ora a settimana, con una media di due ore, soprattutto se sono coinvolte più materie, c’è anche chi sceglie di fare un’ora e mezza per venire incontro allo studente sia in termini economici che per evitare perda troppo tempo negli spostamenti.
Dai voucher al ‘libretto famiglia’
Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di compensi esentasse, mentre per far fronte al fenomeno, ora che sono venuti meno i voucher, il governo ha proposto il ‘libretto famiglia’ che serve a pagare prestazioni occasionali per piccoli lavori domestici come pulizia, manutenzione, ma anche la baby-sitter, l’assistenza a bambini, anziani, ammalati, disabili e per lezioni private. Ogni buono del libretto è da dieci euro utilizzabile per prestazioni non superiori a un’ora. A carico del datore di lavoro i contributi alla gestione separata, il premio dell’assicurazione e gli oneri gestionali per un totale di circa due euro.
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