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Debiti formativi: se passa il ddl dal 2009 verifiche e scrutini a settembre

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Tra le novità introdotte dal disegno di legge presentato dal Ministro Gelmini e approvato dal Consiglio dei Ministri il 1° agosto 2008 vi è anche la precisa collocazione, nella prima decade di settembre, di verifiche e scrutini finali riguardanti l’esito dei debiti formativi nella secondaria superiore. Una notizia che farà sicuramente piacere ai docenti, soprattutto a quelli che quest’anno sono dovuti tornare a scuola a fine luglio o che debbono anticipare il loro rientro a fine agosto proprio per verificare le competenze acquisite dagli studenti durante i corsi di recupero e per partecipare agli scrutini definitivi.
Nel periodo compreso tra il 1° ed il 9 settembre – c’è scritto nell’art. 3 del ddl – si svolgono, per i predetti alunni, anche le verifiche e l’integrazione dello scrutinio finale, a conclusione del quale gli alunni sono ammessi o non ammessi alla classe successiva”.
Si tratta di una novità di non poco conto: mentre quest’anno, infatti, ogni istituto si è regolato in piena autonomia per decidere la collocazione temporale sia dei corsi di recupero sia delle verifiche e degli scrutini finali, dal 2009 i Collegi dei docenti potranno decidere solo quando e come organizzare i corsi di recupero. In compenso i componenti del Consiglio di classe dei ragazzi con giudizio sospeso non potranno essere più convocati a scuola nel mese di luglio ed agosto per deciderne la promozione o la bocciatura. Il provvedimento, inoltre, sposterebbe in avanti di una settimana l’inizio delle attività scolastiche: una volta determinato l’esito dei giudizi sospesi i docenti si potrebbero dedicare alla programmazione annuale (che necessita in genere di un’altra settimana): per cui l’inizio dell’anno scolastico non potrebbe avvenire, come fatto anche rilevare dallo stesso Ministro Gelini in un’intervista al Messaggero del 2 agosto, prima della metà del mese di settembre.
Sulla modifica temporale delle fasi di verifica dei debiti si è già espresso positivamente Francesco Scrima, segretario nazionale della Cisl Scula: “La scelta di mantenere sostanzialmente l’impianto definito dalla normativa sul recupero dei debiti – ha detto Scrima -, intervenendo per creare condizioni che rendano più omogenea e praticabile la fase conclusiva delle procedure, la cui programmazione e gestione resta affidata all’autonomia delle scuola, è sicuramente preferibile rispetto alla ventilata ipotesi di un ripristino “secco” degli esami di riparazione. E’ evidente che il tutto – ha però sottolineato il sindacalista – va adeguatamente sostenuto con risorse aggiuntive assegnate alle scuole, perchè quelle che il contratto destina alle attività di recupero, attraverso il fondo di istituto, da sole non bastano”.
La nuova “finestra” valutativa andrebbe in ogni caso a sanare uno dei punti più discussi del sistema sui debiti formativi introdotto dall’ex Ministro Fioroni: quest’anno non pochi docenti si sono infatti trovati nella condizione di programmare le loro ferie solo a scrutini terminati (quindi addirittura a metà giugno). In pratica solamente dopo aver preso atto che nella lista degli studenti con giudizio sospeso (circa il 27% a livello nazionale) erano o meno presenti dei loro allievi. Molti istituti hanno deciso di “saltare” l’ostacolo decidendo per le verifiche delle competenze acquisiti durante i mini-corsi estivi e per la convocazione dello scrutinio finale direttamente per i primi di settembre. Non pochi istituti hanno però deciso di concludere le operazioni già a luglio, andando incontro anche a precisi inviti delle Direzioni scolastiche regionali (come quella del Lazio) al fine di realizzare un più dettagliato elenco degli organici del personale: in questi casi tutti gli insegnanti in qualche modo coinvolti nei debiti formativi hanno espletato le ultime pratiche (o lo faranno nella seconda parte di agosto) in giornate con temperature roventi e al limite delle sopportazione fisica. Ora però, sempre se il ddl dovesse passare il suo esame – quello della Conferenza Stato-Regioni – e non subire emendamenti fino al momento della presentazione formale in Parlamento, dal prossimo anno le cose cambieranno.