Da più parti emerge l’accusa di mancanza di una visione sistemica nell’emanazione dei decreti delegati della legge 107/2015.
Emerge d’altro canto una coerenza sotto un altro punto di vista: diffusamente troviamo modifiche che vanno ad inficiare la qualità della scuola, ottenendo dei risparmi di spesa, magari nascoste sotto norme apparentemente innocue ad uno sguardo superficiale o che nulla modificano dei pesanti tagli che la scuola italiana ha subito negli ultimi decenni e in particolare dal ministero Gelmini in poi.
In un articolo sul sito Pavone Risorse provo a analizzare quattro degli otto decreti che mi sembrano quelli con maggiori effetti sul tema della scuola inclusiva:
Decreto 381 Diritto allo studio
Decreto 384 Valutazione
Decreto 377 Formazione iniziale insegnanti
Decreto 378 Inclusione
Invito inoltre alla lettura del libro di Benedetta Tobagi “La scuola salvata dai bambini Viaggio nelle classi senza confini”, libro scritto da una giornalista che, non essendo una persona di scuola ha pensato giustamente di informarsi, con un viaggio in molte scuole di tutta la penisola, per poter scrivere con cognizione di causa sul tema dell’inclusione dei bambini non italiani nelle scuole. Sarebbe opportuno che anche quei decisori politici che vogliono legiferare in materia di scuola facessero un viaggio simile, o almeno leggessero questo libro. Avremmo così magari riforme non ispirate solo da lobby estranee alla scuola, da luoghi comuni o da necessità di risparmio di spesa, ma da riflessioni derivanti dalla ricerca in ambito pedagogico e dall’esperienza di tanti insegnanti che quotidianamente affrontano le situazioni più difficili con passione, competenza e professionalità.
In questo libro sono raccontate tante situazioni di scuole e di insegnanti che, malgrado la carenza di risorse a disposizione, riescono a realizzare attività efficaci rivolte all’inclusione. Lettura utile anche come forma di condivisione di esperienze per tutti quei dirigenti e insegnanti che volessero trovare ispirazione per migliorare la qualità dell’inclusione nella propria scuola.
In questa direzione vanno anche i due libri che ho appena pubblicato, scritti proprio con l’intenzione di formulare delle proposte basate su evidenze scientifiche e sull’esperienza dei professionisti della scuola: Proposte per una scuola inclusiva. La teoria e la pratica per una riforma condivisa, un saggio che cerca di sintetizzare quanto emerge come più auspicabile per la creazione di un contesto scolastico nazionale realmente inclusivo e La scuola di Davide, che attraverso la narrazione cerca di rendere più vive ed evidenti le motivazioni delle proposte contenute nel primo libro.
Un sistema nazionale di istruzione veramente inclusivo non è quello che prevede solo normative specifiche per gli allievi con disabilità e difficoltà di apprendimento di varia natura, ma deve essere caratterizzato da un contesto normativo e fattuale complessivamente inclusivo e da un sistema di valutazione formativo, per gli alunni, per gli insegnanti, per i dirigenti, per le scuole, che abbia lo scopo di aiutare a migliorare e contempli criteri di valutazione relativi all’efficacia delle scuole in termini di inclusione.
Un tale contesto è realizzabile se si riesce a pensare in un’ottica sistemica nella direzione di un cambiamento che non sia guidato dalla necessità di realizzare risparmi di spesa ai danni degli allievi o da impianti ideologici fondati su luoghi comuni e su obiettivi estranei ai bisogni di crescita di bambini e adolescenti, ma che invece trovi nell’esperienza di tanti insegnanti competenti e appassionati del proprio lavoro, nella pedagogia e nella ricerca nell’ambito delle scienze dell’educazione i propri riferimenti scientifici e nella creazione di una società giusta, democratica, solidale, inclusiva, i propri riferimenti valoriali.
Per ulteriori informazioni: www.claudioberretta.it
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