“Con le deleghe previste dalla cosiddetta Legge della Buona Scuola si sta facendo un gran pasticcio”.
È una sonora bocciatura quella della senatrice Alessia Petraglia, capogruppo di Sinistra Italiana in commissione Istruzione e Cultura, sugli otto decreti legislativi della L. 107/15.
“Pleonastico – dice – è lasciare la bocciatura per le scuole elementari solo per i casi eccezionali, perché già ora è cosi ma è chiaro che si colpisce l’autonomia degli insegnanti”.
L’osservazione di Petraglia appare lecita, perché l’indicazione del decreto legislativo sulla valutazione andrà a pesare non poco sull’autonomia dei docenti che realizzano lo scrutinio, la cui autonomia ed indipendenza rischia quindi di uscirne ridimensionata.
“Insomma – continua – è una follia e a pensarla così non siamo solo noi, ma anche tutti coloro che, auditi in questi giorni in Commissione Istruzione e Cultura, hanno espresso forte preoccupazione. Mancano altre deleghe da approvare, speriamo – ha concluso – che il governo sia più lucido e meno miope”,
“A quanto pare – dichiara ancora la parlamentare – quando si tratta di scuola il Governo continua a sbagliare strada, nonostante siano in molti a farglielo notare”.
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Petraglia punta l’indice su diversi aspetti contenuti nelle deleghe: “le prove standardizzate Invalsi, obbligatorie per l’ammissione agli esami di Stato, sono inaccettabili, perché servono per offrire informazioni sull’andamento del sistema di istruzione delle scuole e non per valutare il singolo studente”.
Poi giudica “altrettanto negativamente l’eccessivo peso dato all’alternanza scuola-lavoro che riduce il tempo studio e amplia quello dell’addestramento professionale legato alla logica dell’impresa e degli interessi privati, nel falso mito di una maggiore spendibilità dei titoli in ambito lavorativo”.
Per l’esponente di Sinistra Italiana, “sostituire la tesina con l’esperienza di alternanza scuola-lavoro impedisce allo studente di esprimere la propria personalità e fa innalzare l’alternanza scuola-lavoro a vera e propria materia oggetto del colloquio”, conclude Petraglia.
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