Torna a cambiare il sistema di reclutamento e formativo per diventare insegnanti nella scuola secondaria di I e II grado.
Con l’approvazione del nuovo decreto legislativo, approvato il 7 aprile dal CdM, tutte le laureate e tutti i laureati – scrive il Miur – potranno partecipare ai concorsi, a patto che abbiano conseguito 24 crediti universitari in settori formativi psico-antropo-pedagogici o nelle metodologie didattiche.
I concorsi avranno cadenza biennale, il primo bando uscirà nel 2018.
Il nuovo “concorsone” pubblico prevede due scritti (tre per il sostegno) e un orale. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio (FIT), con una retribuzione crescente che parte fin dal periodo della formazione.
Le docenti e i docenti vengono valutati per tutta la durata del percorso. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio. Alla fine del triennio, se la valutazione è positiva, vengono immessi in ruolo.
Con il nuovo modello di reclutamento e formazione iniziale, sostengono da Viale Trastevere, non ci saranno “più anni di attesa nelle graduatorie dei supplenti, dunque, ma un percorso certo e definito per diventare insegnanti”. Inoltre, si vuole “evitare che si formino nuove sacche di precariato”.
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Tra le novità, continua il Miur, c’è quella di “offrire orizzonti temporali certi e un percorso chiaro fra concorso e immissione in ruolo alle giovani e ai giovani che vogliono insegnare; garantire l’elevata qualificazione del percorso di formazione delle future e dei futuri docenti”.
Sempre il Miur, si sofferma sulle differenze tra l’attuale e il prossimo reclutamento dei docenti: “oggi chi vuole diventare insegnante della scuola secondaria deve abilitarsi, dopo la laurea, attraverso un tirocinio formativo (TFA). L’abilitazione dà accesso alle graduatorie di istituto per le sole supplenze”.
“Per entrare in ruolo, infatti, bisogna attendere e superare un concorso. Dal 1999 il primo concorso bandito in tempi recenti è stato quello del 2012 seguito, poi, da quello del 2016. Con lunghi periodi di attesa e di vuoto, senza certezze per le e gli aspiranti docenti”.
Basta dire, a questo proposito, che almeno il 20 per cento delle commissioni dell’ultimo concorso non hanno ancora completato i lavori di selezione e di pubblicazione delle graduatorie definitive.
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