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Decreti L.107/15, ecco cosa cambia per le scuole italiane all’estero

Dopo un lungo dibattito durato mesi, tra audizioni e confronti serrati con il mondo della scuola (ascoltate 76 realtà tra sindacati e associazioni), è arrivato il via libera agli schemi degli otto decreti attuativi della Buona Scuola: dopo i pareri favorevoli della commissione Cultura della Camera – con diverse modifiche e aggiornamenti – il 7 aprile scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva i decreti legislativi che disciplinano diversi aspetti del sistema scolastico.

Mancava solo un passaggio, ora c’è anche quello: il Presidente della Repubblica Mattarella ha infatti firmato i provvedimenti del Governo e il 16 maggio che sono stati finalmente pubblicati in Gazzetta Ufficiale (entreranno in vigore il 31 maggio).

 

SCUOLE ITALIANE ALL’ESTERO

 

DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 64 Disciplina della scuola italiana all’estero, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera h), della legge 13 luglio 2015, n. 107. (17G00072)

 

Per quanto riguarda le scuole italiane all’estero, il decreto prevede l’istituzione dell’organico del potenziamento anche all’estero: 50 ulteriori insegnanti, nuove risorse professionali che verranno selezionate dal Miur sulla base di requisiti predisposti insieme al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci).

È prevista una formazione obbligatoria prima della partenza per l’estero e in servizio, così come richiesto nel territorio nazionale dopo l’entrata in vigore della Buona Scuola.

I tempi di permanenza fuori dall’Italia passano dai 9 anni attuali a due periodi di 6 anni scolastici che dovranno però essere intervallati da un periodo di 6 anni nelle scuole italiane del Paese. Questo per evitare che il personale all’estero perda contatto con il sistema di istruzione e con il Paese di riferimento. Le scuole italiane all’estero potranno partecipare ai bandi del Piano nazionale scuola digitale.

 

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Andrea Carlino

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