I decreti attuativi della legge 107/2015 sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale e fra questi, c’è anche quello relativo al Piano delle Arti.
Il Piano delle Arti, compreso nel decreto “Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività” è un programma di interventi con validità triennale che il Miur metterà in campo in collaborazione con il Mibact (Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo) e che avrà lo scopo di introdurre una serie di misure per agevolare lo sviluppo dei temi della creatività nelle scuole.
Il progetto prevede più risorse e personale, infatti al progetto andranno 2 milioni all’anno a partire dal 2017 e potrà vantare il 5% dei posti di potenziamento, ovvero l’offerta formativa sarà dedicata allo sviluppo dei temi della creatività.
Il Piano prevede la costituzione di Poli a orientamento artistico-performativo (per il primo ciclo) e Reti (scuole secondarie di secondo grado) per condividere risorse laboratoriali, spazi espositivi, strumenti professionali, esperienze e progettazioni comuni. Preliminarmente, le singole scuole dovranno adattare gli indirizzi del Piano delle Arti alla propria offerta formativa, in modo da poter stabilire in modo corretto in quale polo o rete inserirsi.
Inoltre, gli istituti potranno stabilire se organizzare singoli progetti o specifici percorsi curricolari anche in verticale, in alternanza scuola-lavoro o con iniziative extrascolastiche, in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati e con soggetti del terzo settore che operano nel campo artistico e musicale.
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La riforma prevede una maggior attenzione dei percorsi a indirizzo musicale delle scuole secondarie di I grado (che rappresenteranno la naturale evoluzione delle scuole di Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creativita’,I grado ad indirizzo musicale), che vede una diffusione più razionale dell’insegnamento dello strumento musicale anche “pescando” i docenti di indirizzo dall’organico dell’autonomia, e l’armonizzazione dei percorsi formativi della filiera artistico-musicale.
Saranno strutturate delle collaborazioni tra licei artistici, accademie di belle arti, istituti superiori per le industrie artistiche, università, enti locali e tra licei musicali e coreutici e gli istituti superiori di studi musicali e i territori, segno che la strada che si vuole battere per promuovere l’arte e il Made in Italy è fatta di rete e interconnessione fra i soggetti operanti negli stessi settori o affini.
Alla governance del Piano parteciperanno, oltre al Miur e al Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), come accennato in precedenza, l’Indire (Istituto nazionale documentazione, innovazione, ricerca educativa), le istituzioni Afam (Alta formazione musicale e coreutica), le Università, gli Its (Istituti tecnici superiori), gli Istituti del Mibact, gli istituti di cultura italiana all’estero, soggetti pubblici e privati.
Per questo paino, gli occhi sono puntati sull’alternanza Scuola-Lavoro, che svolta presso soggetti pubblici e privati, potrebbe essere utilizzata per la conservazione e produzione artistica, quindi diventerebbe un tassello utile per coniugare esperienze formative e promozione culturale.
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