Trova il consenso del Governo il “paracadute” escogitato dalle commissioni parlamentari per stabilizzare i precari storici delle GaE e delle graduatorie d’istituto.
Il nuovo decreto legislativo sul reclutamento, approvato il 7 aprile dal CdM, prevede, infatti, una fase transitoria, durante la quale dovranno essere svuotate le Graduatorie ed esaurimento, al pari di quelle di merito relative all’ultimo concorso del 2016.
Ma, assicurano da Viale Trastevere, sono previste anche “delle procedure concorsuali specifiche per chi sta già insegnando come supplente da tempo”.
Per quanto riguarda le docenti e i docenti abilitati della seconda fascia delle graduatorie di istituto è previsto un concorso ad hoc, da bandire il prossimo anno, con una sola prova orale seguita da un anno di servizio con una valutazione finale.
Quest’ultima operazione, quella dell’anno di attività sul campo, si svolgerà però solo in presenza di “disponibilità di posti”, specificano dal ministero dell’Istruzione.
Svolto l’anno di servizio, i precari “entreranno in ruolo, dunque, dopo una ulteriore verifica in classe”, sottolineano ancora dal Miur.
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Non sarà quindi più necessaria l’abilitazione all’insegnamento, quella oggi conseguibile tramite Tfa o Pas: il suo posto verrà preso da una sorta di “specializzazione”.
La decisione ha già sollevato più di qualche malumore in ambiente sindacale, perchè viene consederata un’anomalia rispetto ai Paesi europei che posseggono un sistema d’istruzione nazionale simile a quello italiano.
Per quanto riguarda, invece, le iscritte e gli iscritti nelle terze fasce di istituto, la via preferenziale sarà riservata solo a coloro che possono vantare tre anni di servizio (verranno inclusi nelle nuove Graduatorie di merito regionali, le cosiddette Grame): questi aspiranti docenti, oggi non abilitati, potranno anche loro accedere ai concorsi pubblici, svolgendo comunque una prova scritta e una orale.
I vincitori, oggi nelle graduatorie d’istituto, accederanno al nuovo percorso formativo FIT , acronimo di percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio (previsto per i vincitori dei prossimi concorsi), che per loro avrà durata biennale anziché triennale: svolgeranno, infatti, solo il primo e terzo anno. Con quest’ultimo che prevede pure lo svolgimento di supplenze.
Facendo, infine, una previsione, sulla base dei nuovi elementi legislativi oggi noti, nella migliore delle ipotesi la loro immissione in ruolo si concretizzerà non prima del 2021.
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