Sul decreto legislativo della Buona Scuola che riguarda la riforma del sostegno, l’Atto 378 della L. 107/15, le ombre continuano a prevalere sulle luci.
Anche dopo le richieste di modifica formulate dalle commissioni parlamentari, dalle associazioni di categoria permangono infatti molte riserve.
A sentire il Dipartimento Scuola Fiaba “molti dei suggerimenti espressi dalle associazioni non sono stati recepiti”. E la lista dei provvedimenti mancati è davvero lunga: prima di tutto, sestiene Fiaba, “non c’è traccia di un reale irrobustimento della formazione iniziale di tutti i futuri docenti e dell’aggiornamento professionale dei dirigenti scolastici su materie come pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, psicologia, metodologia e tecnologie didattiche;”.
Secondo l’associazione, poi, “ci si ostina ad inserire l’istruzione domiciliare e ospedaliera nella legge sull’inclusione, come se gli studenti ospedalizzati siano automaticamente disabili”.
A tal proposito, l’associazione fa l’esempio di uno “studente costretto a casa dopo l’ospedalizzazione per grave patologia, spesso oncologica o a seguito di trauma, che ne impedisce la frequenza. In questo caso è legittimo parlare di istruzione domiciliare, senza fare riferimento alla legge per disabili, in quanto il minore ospedalizzato o a domicilio non è da considerarsi disabile. Se un’etichetta vogliamo applicarla è bene parlare di studente con “bisogni sanitari” o “medical needs”, come si dice in Europa”.
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Sempre riguardo le categorie che possono usufruire dell’istruzione domiciliare, Fiaba sostiene che ci sono anche “i minori colpiti da “sensibilità multipla chimica” (MCS), che, a causa di gravi forme di allergia a tutto, non posso vivere in mezzo agli altri e sono confinati nello spazio domestico, ove solo l’istruzione domiciliare, veicolata dalle tecnologie avanzate, può consentire l’attuazione del diritto all’istruzione ( si veda al riguardo il “Progetto TRIS”).
Con rammarico, Fiaba ricorda che questi punti erano stati segnalati lo scorso novembre alla dirigente Miur Loredana Leoni, quando una equipe di cento esperti fra docenti, dirigenti scolastici, pedagogisti, assistenti specialistici, genitori e studenti avevano stilato un documento ufficiale consegnato al dicastero di Viale Trastevere.
Tra i punti contestati, su cui i parlamentari non dovrebbero aver messo mano, c’è anche il raddoppio degli anni sul sostegno, successivi all’immissione in ruolo: passerebbero da almeno 5 a 10.
Poi, sempre per l’associazione in difesa degli alunni con disabilità, ci sono anche alcuni passaggi dei pareri espressi dalle Commissioni sono sicuramente apprezzabili: l’inserimento dell’associazionismo di riferimento tra gli interlocutori dei processi di inclusione scolastica insieme con le famiglie, o anche quello dell’Osservatorio per l’inclusione scolastica tra i soggetti che esprimono parere sulla valutazione della qualità dei servizi delle istituzioni scolastiche.
Per Fiaba, è positivo anche il recepimento della nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (Ifc) che sostituisce la vecchia Classificazione Internazionale della Menomazione, della Disabilità e dell’Handicap, tuttora riferimento del Miur.
Le ombre, tuttavia, prevalgono. Ora sta al Governo farle ritirare.
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