Sono stati approvati in Consiglio dei Ministri i decreti attuativi della legge 107/2015, compreso quello sulla valutazione ed Esami di Stato.
Come abbiamo già annunciato in precedenza, il sistema subirà alcuni cambiamenti dal 2018 per l’Esame del primo ciclo e nel 2019 per la Maturità.
Intanto possiamo dire che alla primaria e alla secondaria di I grado cambierà la modalità di valutazione: restano i voti, ma saranno espressione dei livelli di apprendimento raggiunti e saranno affiancati da una specifica certificazione delle competenze.
Maggiore peso viene dato alla valutazione delle competenze in ‘Cittadinanza e Costituzione’: infatti le attività svolte nell’ambito della disciplina trasversale diventano oggetto di valutazione nel colloquio anche all’Esame di Maturità.
La valutazione nel primo ciclo
Il tema dell’ammissione alla classe successiva diventa parte di un processo più ampio di presa in carico delle studentesse e degli studenti.
Alla scuola primaria varrà la normativa vigente: la non ammissione è prevista solo in casi eccezionali e con decisione unanime dei docenti della classe. Ma c’è una novità: l’ammissione è prevista anche in caso di livelli di apprendimento “parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”.
Le scuole dovranno attivare, a tal proposito, specifiche strategie di miglioramento per sostenere il raggiungimento dei necessari livelli di apprendimento da parte degli alunni e delle alunne più deboli.
Lo scopo è quello di avere una scuola più inclusiva e capace di non lasciare solo chi resta indietro.
Per quanto riguarda la scuola media, resta ferma la necessità di frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale per poter essere ammesse o ammessi alla classe successiva.
Anche alla secondaria di I grado, a differenza di quanto avviene oggi, in un’ottica di maggiore trasparenza dei voti e in linea con l’esperienza di molti Paesi europei, si può essere ammessi o ammesse alla classe successiva e all’Esame finale in caso di mancata acquisizione dei necessari livelli di apprendimento in una o più discipline.
Anche in questo caso, come per la primaria, le scuole dovranno attivare percorsi di supporto per colmare le lacune. Alla fine del I ciclo viene rilasciata una apposita certificazione delle competenze oggi già sperimentata da oltre 3.000 istituzioni scolastiche.
Esame di Terza media
Tre scritti e un colloquio saranno le prove previste alla fine della classe terza della secondaria di I grado.
Attualmente le prove sono cinque più il colloquio. L’Esame viene riequilibrato e si torna a dare più valore al percorso scolastico rispetto al peso delle prove finali.
Le prove saranno: una di italiano, una di matematica, una prova sulle lingue straniere, un colloquio per accertare le competenze trasversali, comprese quelle di cittadinanza.
Il test Invalsi (la prova nazionale standardizzata) resta, ma si svolgerà nel corso dell’anno scolastico, non più durante l’Esame.
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Esame di Stato
Due prove scritte e un colloquio orale. Questo il nuovo Esame di Maturità. Confermata quindi l’eliminazione del “quizzone”.
Lo svolgimento delle attività di alternanza Scuola-Lavoro diventa requisito di ammissione, insieme allo svolgimento della Prova nazionale Invalsi.
Si viene ammessi all’Esame con la sufficienza in tutte le discipline, e quindi è caduta definitivamente l’idea di ammettere gli studenti con la media del 6, cioè con alcune insufficienze.
Resta comunque la possibilità per il Consiglio di classe di ammettere, con adeguata motivazione, chi ha un voto inferiore a sei in una disciplina (o in un gruppo di discipline che insieme esprimono un voto). L’ammissione con una insufficienza incide sul credito finale con cui si accede all’Esame. Questo non vale per il voto legato al comportamento: chi ha l’insufficienza non viene ammessa o ammesso.
L’Esame sarà composto da: prima prova scritta nazionale che accerterà la padronanza della lingua italiana, seconda prova scritta nazionale su una o più discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi e il colloquio orale, che accerterà il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacità argomentativa e critica del candidato, l’esposizione delle attività svolte in alternanza.
L’esito dell’Esame oggi è espresso in centesimi: fino a 25 punti per il credito scolastico, fino a 15 per ciascuna delle tre prove scritte, fino a 30 per il colloquio.
Con il decreto il voto finale resta in centesimi, ma si dà maggior peso al percorso fatto nell’ultimo triennio: il credito scolastico incide fino a 40 punti, le 2 prove scritte incidono fino a 20 punti ciascuna, il colloquio fino a 20 punti.
La Commissione resta quella attuale: un Presidente esterno più tre commissari interni e tre commissari esterni. La prova Invalsi viene introdotta al quinto anno per italiano, matematica e inglese, ma si svolgerà in un periodo diverso dall’Esame.
Prove Invalsi
Si introduce una prova di inglese standardizzata al termine sia della primaria sia della secondaria di I e II grado per certificare, in convenzione con enti certificatori accreditati, le abilità di comprensione e uso della lingua inglese in linea con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue.
Nelle classi finali della secondaria di I e II grado la prova Invalsi è requisito per l’ammissione all’Esame, ma non influisce sul voto finale.
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