Il decreto 101/2013 consentirà di andare in pensione con i requisiti pre-Fornero ai lavoratori che nel corso del 2011 erano in congedo (o hanno usufruito di permessi giornalieri) per l’assistenza a persone disabili (legge 104). Basta aver chiesto un solo giorno di permesso. A questi lavoratori, inoltre, sarà permesso di maturare i requisiti quota 96 (60 anni di età e 36 di contributi o 61 e 35) entro il 6 gennaio 2015. Quindi, nei prossimi due anni, ci saranno persone che andranno in pensione a 60 anni di età anche se il genitore assistito (o familiare) non è più in vita e non hanno più nessuno da accudire.
Alla luce di questo decreto il mio caso (e non solo il mio) è paradossale: sono un insegnante e sto per compiere 62 anni con 39 anni di contributi. Figlio unico, ho una madre malata e un genitore disabile (legge 104). Nel 2010 e nel 2011, pur avendone diritto, non ho chiesto alcun giorno di congedo straordinario e, sentendomi ormai prossimo alla pensione (2012), ho stretto i denti per non gravare sulle casse dello stato. Sono stato uno stupido: a pochi mesi dalla pensione il mio senso civico è stato ripagato dalla Fornero con sei anni in più di lavoro (2018). Se avessi usufruito nel 2011 di un solo giorno di permesso, ora potrei andare in pensione per dedicarmi ai miei congiunti. Ho cominciato ad usufruire dei giorni concessi dalla legge 104, ma, con due genitori malati da assistere, nei prossimi anni vedrò andare in pensione persone molto più giovani di me, alcune delle quali senza più parenti da accudire, grazie ad un decreto legge che concede benefici anche a chi non ne ha più bisogno ed esclude chi è in reale stato di necessità.