Come diventare insegnante

Decreto 60 Cfu insegnamento e abilitazioni a pagamento, Pacifico (Anief): il testo migliora ma va ancora cambiato

Sulla formazione dei docenti precari e di ruolo della scuola secondaria di I e II grado vi sono novità importanti: fine luglio è stato firmato, con dodici mesi di ritardo, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che definisce i nuovi percorsi. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, dichiara alla Tecnica della scuola che il ritorno alle abilitazioni dopo 10 anni per i precari e non solo è un primo passo, ancora di più perché grazie agli emendamenti approvati nel decreto Pa bis si aprono anche ai vincitori del concorso straordinario bis, ai docenti delle paritarie, a quelli dei centri di formazione: “i precari fanno mandare avanti la scuola e vanno salvaguardati”, esclama il sindacalista. E poi c’è anche la finestra per gli insegnanti di ruolo ‘ingabbiati’.

“È sbagliato – continua Pacifico – formare facendo pagare i dipendenti: nel nuovo contratto abbiamo fatto inserire che la formazione debba essere gratuita e se supera un certo numero di ore deve essere retribuita”. C’è chi dice che 60 Cfu sono troppi? “Con le Ssis nel 2000 si facevano due anni, che sarebbero 120 Cfu. Credo lo Stato debba formare insegnanti al meglio, per riuscire a fare in modo di avere docenti sempre più preparati. L’errore è stato pensare di risolvere tutto con i concorsi straordinari, il risultato è che oggi abbiamo il 220% in più di precari”.

Un’altra importante novità sarà quella di “potere seguire i corsi per i prossimi due anni in modalità telematica e fare parte del tirocinio in presenza”, come avevamo già annunciato nella nostra diretta di mercoledì 2 agosto.

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Il sindacalista dell’Anief spera che “quella approvata sia una bozza del Dpcm: dovremmo avere un’informativa, durante la quale fornire le nostre osservazioni, per quindi sperare di modificare il testo nella legge di bilancio. L’obiettivo – conclude – è avere insegnanti precari abilitati e specializzati su sostegno per poi immetterli in ruolo”.

Alessandro Giuliani

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