Due articoli del decreto legge n. 66 del 24 aprile 2004 (“Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale”) pongono a carico delle scuole nuove incombenze e ulteriori obblighi.
Si tratta degli articoli 41 e 42 finalizzati entrambi a “prevenire il formarsi di ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni”.
In particolare l’articolo 41 prevede che la relazione al conto consuntivo delle istituzioni scolastiche sia corredata da un prospetto sottoscritto sia dal dirigente scolastico sia dal DSGA “attestante l’importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuati dopo la scadenza dei termini previsti dal decreto legislativo 231/2002, nonchè il tempo medio dei pagamenti effettuati”.
Va precisato che il decreto citato prevede l’obbligo di liquidare fatture e altri titoli di spesa entro il tempo massimo di 60 giorni, decorsi i quali scatta automaticamente l’obbligo di riconoscere al creditore gli interessi legali, che ovviamente dovranno essere rimborsati dai responsabili del ritardo del pagamento.
Per evitare equivoci e malintesi, gli estensori del decreto 66 hanno introdotto anche una ulteriore disposizione: l’articolo 42, infatti, prevede l’istituzione di un registro ufficiale delle fatture (molte scuole hanno già creato strumenti analoghi, ma d’ora in poi non basteranno più elenchi sommari e “casalinghi”) dove, per ogni singolo documento contabile, dovrà essere indicata una discreta quantità di dati.
A questo punto, le norme in questione si sommano alle disposizioni che prevedono l’obbligo anche per le scuole della cosiddetta “fatturazione elettronica”: la finalità complessiva è quella di migliorare “efficacia ed efficienza” (per usare l’ormai classica formula in uso in questi casi) anche se non va dimenticato il fatto che molto spesso le difficoltà delle scuole in ordine ai pagamenti sono legate più ai problemi di cassa che alla scarsa solerzia degli uffici di segreteria. E i problemi di cassa sono a loro volta determinati dai ritardi con cui Miur e altri soggetti trasferiscono i fondi alle scuole.
C’è insomma il rischio concreto che dirigenti e DSGA diventino responsabili delle inefficienze di altri.
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