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Decreto Aiuti e legge di bilancio, ecco le novità per la scuola. INTERVISTA a Roberto Marti, presidente della 7^ Commissione del Senato

Sono giorni convulsi in Parlamento, dove si sta lavorando per approvare la legge di conversione del decreto Aiuti e, soprattutto, la legge di bilancio ed anche il mondo della scuola è interessato dai lavori parlamentari.

Su alcuni temi particolarmente scottanti, come la querelle sul concorso per dirigente scolastico bandito nel 2017, i vincoli alla mobilità dei docenti, il nodo concorsi e la stabilizzazione del personale precario, il mondo della scuola attende soluzioni.

Per fare il punto sui temi in atto sul tavolo della discussione, abbiamo incontrato il sen. Roberto Marti neo Presidente della 7^ Commissione Cultura e Istruzione del Sentato.

Presidente Marti, in sede di conversione del decreto Aiuti sono stati presentati diversi emendamenti sulla scuola, qualcuno è andato avanti e verrà approvato o è stato trasformato in ordine del giorno?

Nel decreto Aiuti quater si è cercato di inserire alcuni provvedimenti riguardanti la scuola che purtroppo però eccedevano la competenza per materia di quell’atto, quindi gli emendamenti in questione sono stati ritirati e la prima firmataria (n.d.r. Bucalo) ha presentato degli ordini del giorno affinché questi temi si possano affrontare e risolvere quanto prima.

Su quali temi in particolare sono stati presentati gli ordini del giorno?

Parliamo dei vincoli per la mobilità del personale; di integrare le graduatorie concorso straordinario, trasformare le graduatorie di merito ad esaurimento; prevedere un corso-concorso per candidati del concorso per dirigenti scolastici bandito nel 2017 che abbiano un ricorso pendente, come già accaduto con la Legge 107/15.

Ecco, parliamo del concorso per dirigente scolastico. Era stato presentato un emendamento proprio su questo tema abbastanza scottante visti i numerosi ricorsi pendenti innanzi al Giudice amministrativo, anche in questo caso la proposta di emendamento è stata trasformata in ordine del giorno?

Si anche in questo caso l’emendamento esulava dalla competenza del provvedimento legislativo in fase di approvazione. Su quest’ultimo punto, in particolare, è necessario agire per tutelare le esigenze di economicità dell’azione amministrativa e prevenire ripercussioni degli esiti dei numerosi contenziosi pendenti sul sistema scolastico. Questa strada è percorribile perché in organico ci sono posti sufficienti a non pregiudicare la possibilità di accesso ai relativi ruoli da parte di soggetti meritevoli ed interessati nei prossimi anni.

Quanto può incidere il Senato nella Legge di Bilancio 2023 considerando la scarsità di risorse a disposizione e i pochissimi giorni per approvarla ed evitare l’esercizio provvisorio?

Quest’anno l’esame della legge di bilancio è iniziato alla Camera e il testo che arriverà al Senato non sarà modificato. Non ci sarebbero i tempi tecnici per far passare nuovamente il testo all’esame della Camera. Introdurre modifiche al Senato vorrebbe dire andare in esercizio provvisorio, eventualità che il Governo, benché insediatosi ad ottobre inoltrato, ha voluto escludere categoricamente. Abbiamo però lavorato insieme ai colleghi della Camera per raggiungere il miglior risultato possibile.   

Parliamo di stipendi, concorsi e formazione del personale, sono solo queste le priorità su cui intervenire per risollevare la scuola, o ravvisa altre urgenze, come la mancanza dei finanziamenti per il rinnovo del contratto 2022/24 e la soluzione del problema del precariato storico nella scuola?

Appena insediato il Ministro Valditara è riuscito a chiudere l’accordo con i sindacati e garantire un aumento di stipendio significativo agli insegnanti. L’erogazione degli arretrati è arrivata già nel mese di dicembre. È stato un risultato eccellente, indice dell’attenzione che questo Governo intende dare alla valorizzazione dei docenti.

Quanto al sistema di reclutamento dei docenti, bisogna ricordare che è oggetto di una specifica misura del PNRR (M4C1-14) che prevede l’assunzione di 70.000 insegnanti entro dicembre 2024. Ad oggi si attende la valutazione della Commissione Europea sulla bozza di dpcm attuativo delle disposizioni del dl 36/2022 che intende formulare un’ipotesi nuova e pienamente condivisa con il MUR. Dopo questo step indispensabile si potrà agire sulle ulteriori misure attese dai docenti di ruolo e dai precari.

Quanto detto fin qui per chiarire che siamo consapevoli delle urgenze che interessano il mondo della scuola e che si sta cercando la strada per risolvere tutte queste annose questioni in modo organico.  

La mobilità del personale scolastico è bloccata da vincoli che tutti sembrano non gradire, è possibile che intervenga il legislatore per risolvere la questione?

Il tema della mobilità dei docenti torna di continuo perché è assai difficile conciliare le esigenze personali dei docenti e il diritto degli alunni di avere continuità nella didattica. Confidiamo che la soluzione delle complesse problematiche del reclutamento porti con sé anche una soluzione definitiva di questa problematica.

Dino Caudullo

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