Il decreto anti-rave, a soli due giorni dall’approvazione in Cdm, fa già discutere e sarà modificato. Sarà il Parlamento a occuparsi di alcuni aspetti che sono finiti sotto i riflettori perché ritenuti errati o poco chiari e convertire in legge il decreto entro la fine del 2022. Dal nuovo Ministro della Giustizia Nordio si intuisce l’assenso per il cosiddetto “decreto Piantedosi” anche se saranno le Camere ad eliminare le criticità della norma. “La forza senza la giustizia è selvaggia e brutale, ma la giustizia senza la forza è una vuota e impotente astrazione” ha affermato il ministro Nordio.
Sulle intercettazioni ad esempio può nascere una problematica, visto che una delle modifiche riguarda il fatto di non rendere possibili le intercettazioni in questo tipo di indagini. Il decreto infatti fissa a sei anni di carcere il tetto massimo della pena prevista e sopra i cinque i magistrati hanno il diritto a chiedere e ottenere le registrazioni dei colloqui. La soluzione individuata sarebbe dunque quella di portare la pena sotto i cinque anni. Secondo il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto bisogna però anche distinguere la tipologia di rave-party, per evitare che ogni manifestazione possa essere individuata come punibile. Il consumo di droghe relativo all’evento potrebbe consentire di definire il genere. Anche dagli altri sottosegretari Del Mastro e Ostellari arriva l’apertura alle modifiche.
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