Cresce il dissenso per il decreto legge 162 anti-rave, approvato il 31 ottobre dal Governo e subito approdato in Gazzetta Ufficiale, che introduce una nuova fattispecie di reato: l’“invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi”, riguardanti oltre 50 persone, “per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”, con pene fino a 6 anni per gli organizzatori.
Giuseppe Conte, leader del M5s, su facebook scrive che anche lui si era detto d’accordo ad “azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell’illegalità per contrastare raduni che creano, oggettivamente, problemi di ordine pubblico e sicurezza, anche a garanzia dell’incolumità degli stessi partecipanti, ma il modo con cui si è intervenuti è raccapricciante. Ci aspettavamo come primo atto del Governo un intervento per il caro-bollette e per il caro-prezzi. Nulla di tutto questo. Questa è una norma da “stato di polizia”, sottolinea l’ex premier.
Secondo Conte “la punizione è del tutto abnorme. Il Governo dimostra la sua totale intolleranza per i nostri giovani che si riuniscono in campagna o in un edificio sino al punto di punirli con una pena superiore a quella prevista per i reati pur gravi di pubblici funzionari che alterano le gare pubbliche (art. 353 e 353 bis c.p.) o per il reato di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.) che viene commesso, ad esempio, da chi fornisce cemento armato depotenziato, all’origine del crollo di ponti e scuole”.
Il numero uno dei “grillini” non ha dubbi: “questa norma non ha nulla a che vedere con il diritto penale” e “si applicherà anche ai raduni negli edifici, quindi nelle scuole, nelle fabbriche, nelle università. La Meloni ha dichiarato di non avere simpatie per il regime fasciste. Ma la sua cultura non è distante”
E ancora: “il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’interno hanno giustificato il raduno di Predappio dicendo che è questione diversa. Dovrebbero saperlo che quel raduno configura il reato di apologia del fascismo, punito con la reclusione”, conclude Conte.
Le critiche arrivano anche dalla Rete degli Studenti Medi e dall‘Unione degli Universitari: “il rischio per gli studenti e le studentesse è l’applicazione di misure fortemente repressive che non colpiscono solo i rave ma anche le manifestazioni, le occupazioni scolastiche e universitarie e potenzialmente qualsiasi forma di manifestazione”.
Per Rete Studenti e Udu è quindi “un testo scritto male e in fretta. Il Governo non faccia l’errore di approvare un testo pericoloso solo per dare un segnale politico su sicurezza e restrizioni. C’è ancora tempo prima della conversione in legge definitiva per modificare il comma che contestiamo. Governo e Parlamento agiscano e evitino la limitazione delle libertà di manifestare e dissentire”.
Anche Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno, non ha dubbi: “Il problema non sono i Rave Party: si tratta di un evidente specchietto per le allodole. La verità è che questo provvedimento varato ieri dal Governo Meloni riguarderà gli operai che occupano le fabbriche, gli studenti che occupano le scuole e le università ed altro ancora”.
“Sono la destra, per loro l’ordine pubblico si fa così, con la repressione e le pene che crescono. Bisogna mobilitarsi senza se e senza ma contro questo scempio. Del diritto e del buonsenso”.
Pure secondo il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli “i rave non c’entrano nulla, invece verranno colpite le manifestazioni di protesta che possono andare da occupazioni di Università, scuole, mobilitazioni per questioni ambientali”.
“E’ una norma liberticida e fascista che addirittura prevede una pena di sei anni con introduzione di misure restrittive che normalmente si applicano ai mafiosi. Può accadere che a uno studente universitario fuorisede che partecipi ad un’occupazione si notifichi il foglio di via facendogli perdere il diritto di studiare all’università”.
“Il nostro codice penale – continua il deputato – punisce ad una reclusione a meno di sei anni reati gravissimi come la corruzione e l’articolo 434, che precede il nuovo 434 bis introdotto dal governo, prevede per il disastro e crollo di costruzioni una pena massima di 5 anni: quindi, chi causa il crollo di un punte è punito fino a 5 anni, chi organizza un rave fino a 6 anni!”.
“Quella approvata dal Governo Meloni -conclude Bonelli – è una norma che ricorda la Russia di Putin, a partire dalla famigerata Legge federale sui raduni del 2004 e i 13 successivi emendamenti che rendono ormai quasi impossibile esercitare il diritto di protesta pacifica in Russia”.
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