Con la formulazione dei pareri favorevoli delle due Commissioni parlamentari Cultura e Istruzione si è virtualmente conclusa la vicenda del decreto attuativo della riforma.
Ma anche oggi, in serata, non è mancato il colpo di scena: per tutta la giornata è circolata la voce che il decreto sarebbe stato approvato definitivamente domani dal Consiglio dei Ministri, e invece nell’ordine del giorno ufficiale pubblicato nel sito internet del Governo, l’argomento non è elencato.
Dal Ministero si affrettano a precisare che si tratta di una questione puramente formale: il decreto non è all’ordine del giorno in quanto il Consiglio lo esaminerà in seconda lettura e quindi non ci sarà di fatto nessun dibattito. C’è invece chi sostiene che l’intoppo sia dovuto alle non buone condizioni di salute del Ministro che potrebbe non essere presente domani, mentre l’opposizione spera che questo sia un segnale di riapertura dei giochi.
Oggi, per intanto, si è saputo qualcosa di più sugli emendamenti apportati al testo che aveva iniziato a circolare l’11 dicembre dopo la Conferenza Stato-Regione svoltasi il giorno precedente.
Si tratta di modifiche molto lievi: il dirigente scolastico, per assegnare i docenti alle classi, dovrà attenersi non solo ai criteri fissati dal collegio dei docenti ma anche a quelli deliberati dal consiglio di istituto; per gli alunni provenienti da scuola privata o familiare che intendono sostenere gli esami di idoneità alle classi II, III, IV e V della scuola primaria non è prevista un’età minima.
Per la scuola secondaria di primo grado si parla poi di avvio graduale, anzi di "fase di transizione" nel corso della quale gli organici verranno definiti secondo le regole attuali.
Inoltre, viene chiarito che – in attesa delle norme che dovranno definire meglio la materia del diritto/dovere all’istruzione – restano in vigore le attuali sanzioni relative all’inadempienza all’obbligo scolastico.
Per il resto sia alla Camera sia al Senato sono state riconfermate le modifiche già accolte dal Governo a seguito delle richieste dell’Anci.
Per la verità fino all’ultimo momento l’opposizione ha sperato di mandare all’aria i piani del Ministro: il parlamentare di maggioranza Beniamino Brocca si era fatto promotore di una proposta di modifica sostanziale al decreto che prevedeva in pratica la riscrittura pressochè totale dell’art. 7, quello relativo alla organizzazione delle attività educative e didattiche nella scuola primaria.
L’opposizione si era persino dichiarata disposta a votare a favore se fossero state accolte le proposte di Brocca; è chiaro che ne sarebbe nato un caso politico e probabilmente la maggioranza sarebbe stata costretta ad un ulteriore chiarimento interno. In realtà le cose sono andate diversamente: sembra che le proposte di Brocca (la più significativa riguardava la non abrogazione degli articoli 104, 128, 129, 130 e 162 del Testo Unico del 1994 sugli organici e sul tempo-scuola nella scuola dell’infanzia, nelle elementari e nella media inferiore) siano state accolte tiepidamente anche all’interno del suo stesso partito, tanto che alla fine i rappresentanti dell’Udc nelle Commissioni non le hanno neppure formulate espressamente.
A questo punto, come si è detto, la vicenda sembra definitivamente chiusa anche se in sede sindacale non è stata affatto accantonata l’idea di impugnare il decreto per motivi di legittimità.
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