Come abbiamo scritto ieri, 7 settembre, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il cosiddetto Decreto Caivano, che riporta ufficialmente “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”, voluto fortemente dal Governo dopo i fatti di Caivano e l’esplosione di casi di violenza giovanile.
Ma quali misure sono state approvate? Cosa riguarderà la scuola? Eccole riassunte da La Repubblica.
Il governo ha deciso di rendere più drastiche le misure che riguardano fatti di droga e che coinvolgono minorenni over 14 anni. Se un giovane viene beccato a spacciare stupefacenti anche di lieve entità d’ora in poi rischia l’arresto immediato, perché tale reato è stato inserito dal Dl nella lista di quelli per cui è possibile l’arresto facoltativo in flagranza. Lo stesso provvedimento può scattare anche in caso di violenze, minacce, resistenza a pubblico ufficiale.
Le pene sono state rese più severe: chi viene condannato per spaccio di stupefacenti di entità modesta rischia da 1 a 5 anni di carcere (finora il codice prevedeva da 6 mesi a 4 anni). Inasprite le pene anche nei casi di porto abusivo di arma bianca (ad esempio coltello a serramanico) e di strumenti atti ad offendere (coltello da cucina, bastone).
Il cosiddetto Daspo urbano (il divieto di accesso a particolari aree della città, locali e pubblici esercizi) si allarga a scuole e università. Sinora era riservato agli adulti, adesso viene esteso ai minorenni over 14. Per far scattare il Daspo basterà essere trovati in possesso di droga: il Dl Caivano, infatti, prevede che il divieto, già previsto per chi è stato denunciato o condannato per vendita o cessione di sostanze, potrà essere emesso anche nei confronti di chi detiene sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio.
Ampliato anche il Daspo Willy (dal nome del ventenne ucciso a Colleferro nel 2020) in materia di disordini in discoteche e bar: il divieto di frequenza del locale si applicherà ai soggetti denunciati oltre che per i reati contro la persona e il patrimonio, anche per porto di arma impropria, violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. La durata del Daspo si allunga, va da un minimo di 1 anno a un massimo di 3 (ora va da 6 mesi a 2 anni al massimo).
L’avviso orale della questura sarà possibile anche per i minorenni dai 14 anni in su, nell’ottica della prevenzione della criminalità giovanile e delle babygang. E potrà essere vietato l’uso del telefonino. L’avviso è un provvedimento che funziona così: il questore chiama un soggetto, ritenuto socialmente pericoloso, e lo avverte che esistono indizi a suo carico. Sinora era previsto solo per i maggiorenni che, per condotta e tenore di vita, si ritiene vivano dei proventi di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza pubblica. Con le nuove norme l’avviso orale è esteso ai minorenni.
Il Dl Caivano prevede anche che il questore possa proporre al tribunale di vietare il possesso o l’uso di smartphone e di altri dispositivi di comunicazione quando essi sono serviti per realizzare i reati. Se poi il minorenne vìola la prescrizione e si rimette a usare il cellulare, rischia come i maggiorenni da uno a tre anni di carcere.
Una sola misura è indirizzata a chi ha meno di 14 anni, che è (e resta) la soglia dell’imputabilità: l’ammonimento del questore per chi ha dai 12 anni in su ed è accusato di furto o rapina aggravati, lesioni gravi, danneggiamento aggravato. Lo scopo è il contrasto al bullismo. Anche i giovanissimi, dunque, potranno essere convocati e ammoniti dal questore, mentre i genitori rischiano una multa fino a 1.000 euro.
Non c’è la stretta all’accesso ai siti porno richiesta dalla ministra Roccella, ma solo una misura per costringere i produttori a inserire il parental control gratuito in tutti i device.
Diventa più facile arrestare in flagranza e sottoporre a misura cautelare (carcere o domiciliari) i minorenni over 14 anni. Il decreto abbassa da 9 a 6 anni la pena edittale dei reati che permettono tali misure restrittive. Significa questo: fino ad oggi un giovane andava in carcere per possibile reiterazione del reato o per l’inquinamento delle prove solo in casi gravi, tipo l’omicidio. Adesso potrà finirci pure se è accusato di rapina, spaccio aggravato (ad esempio, di cocaina), violenza a pubblico ufficiale. Nelle carceri si inserisce la possibilità di spostare in istituti per adulti chi ha tra 18-21 anni, se mette a rischio l’incolumità e il percorso di recupero degli altri detenuti e solo con provvedimento del magistrato di sorveglianza.
In tal senso va letto l’ampliamento della messa in prova a lavori socialmente utili, anticipata alla fase delle indagini preliminari e che permette la caduta delle accuse. Finora era possibile solo a processo iniziato.
La dispersione scolastica diventa un delitto, punibile fino a due anni di carcere. Sinora la sanzione per i genitori che non mandano i figli alla scuola dell’obbligo era una multa di 30 euro, ma la recente visita a Caivano, e le interlocuzioni avute con gli abitanti e il parroco del comune dove è avvenuto lo stupro di due minorenni, hanno convinto la premier a interevenire duramente.
Cambia anche la normativa antimafia: potrà essere tolta la potestà genitoriale nel caso di minorenni coinvolti in un’associazione per delinquere di stampo mafioso o dedita al traffico di stupefacenti, anche se non direttamente autori di reati.
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