Nella notte del 5 gennaio il governo ha varato il nuovo decreto che entrerà in vigore il 7 gennaio e che si estenderà fino al 15 dello stesso mese, creando così un decreto ponte, in attesa del nuovo Dpcm che sarà approvato dopo il 15 gennaio. Nel decreto cdm il weekend del 9 e del 10 vedrà l’Italia arancione, mentre per i giorni 7 e 8 sarà sotto le restrizioni della fascia gialla, dall’11 in poi sarà l’indice Rt a decidere per ogni regione.
In questi due giorni di fascia gialla, le restrizioni prevedranno possibilità di spostamento all’interno della propria regione, apertura di negozi e centri commerciali, apertura di bar e ristoranti fino alle ore 18:00 e coprifuoco dalle 22:00 alle 5:00.
Restrizioni più dure per il secondo weekend di gennaio, in cui gli spostamenti sono permessi dalle 5 alle 22 (con autocertificazione), ma con divieto di uscire dal proprio comune. I bar e ristoranti sono chiusi tutto il giorno, aperti invece i negozi, i parrucchieri e i centri estetici.
A partire dall’11 gennaio scatta in Italia la suddivisione in fasce, il tutto deciso dal monitoraggio settimanale dell’indice Rt. Per la prima volta verranno applicati i nuovi parametri del Comitato tecnico scientifico che sono stati validati ieri sera, 4 gennaio. In questo modo si deciderà quali regioni resteranno in fascia gialla e se ci sono regioni che devono effettuare il passaggio da una zona all’altra.
Per quanto riguarda il mondo scuola, la primaria e le medie riapriranno agli alunni il 7 gennaio, mentre le scuole superiori riprenderanno l’attività in presenza partire da lunedì 11 gennaio. La decisione è giunta al termine di un Consiglio dei ministri particolarmente infuocato, con il Partito democratico uscito allo scoperto per evitare il ritorno del 50% degli studenti già giovedì 7 in una situazione di contagi tutt’altro che rassicurante.
Tuttavia, ogni regione ha già preso le decisione per il rientro in classe o meno, avvalendosi ancora una volta della didattica a distanza.
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