Salta al Senato, alla vigilia dell’approvazione finale dell’intero provvedimento, la norma nel decreto del Fare che prevedeva la cancellazione dei fondi premiali per le università, introdotta alla Camera: l’articolo è stato soppresso, perché apriva alla possibilità di pescare risorse dalla premialità agli atenei spostandole su altre voci, con il rischio nel tempo di uno svuotamento dell’intero fondo. A darne notizia è l’ex senatore Mario Pittoni della Lega Nord, a Roma per seguire la vicenda, che nella scorsa legislatura si era battuto fortemente per l’assegnazione di risorse agli Atenei su base premiale.
“Ora – spiega Pittoni – si ritorna alla regola originaria prevista dalla nostra riforma universitaria, che stabilisce una crescita progressiva fino al 2% l’anno della percentuale premiale del Fondo ordinario dello Stato per il sistema universitario, con l’obiettivo di raggiungere il 30% complessivo, come nei Paesi più avanzati”.
Premialità e meritocrazia sono argomenti su cui si è soffermato più volte anche il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza: l’impressione, però, è che ad oggi siano ancora in balia della disperata esigenza del Miur di ridurre le spese.