I Partigiani della Scuola Pubblica non hanno alcun dubbio: fra qualche mese, quando il decreto legislativo 66/17 sull’inclusione entrerà definitivamente in vigore, il numero di posti di sostegno subirà un vistoso ridimensionamento.
Secondo i PSP il problema consiste nel fatto che il decreto prevede che d’ora innanzi al GLHO (il gruppo di lavoro operativo di cui fanno parte anche i docenti del team e la stessa famiglia) non sarà più affidato il compito di definire all’interno del PEI il numero delle ore di sostegno necessarie per l’alunno; le ore, al contraro, saranno definite dal GIT, il “Gruppo per l’inclusione territoriale” che dovrà tenere conto delle risorse di organico effettivamente disponibili.
Ne parliamo con Daniela Costabile, insegnante e addetta stampa del Gruppo PSP
Siete davvero convinti che le cose andranno così?
Non abbiamo dubbi. Se il GLHO viene depotenziato dalla riforma, nessuno assegnerà più le ore di sostegno agli studenti con disabilità. Se non è chiaro questo, non è chiaro nemmeno che il sostegno diventerà un lontano ricordo. Il nuovo GIT si limiterà a fissare un contingente provinciale di docenti sulla base dell’ottimizzazione delle risorse.
A dire il vero già adesso nella stragrande maggioranza dei casi, i gruppi di lavoro istituiti presso gli Uffici Provinciali assegnano le ore di sostegno in base alle risorse disponibili. E quasi mai le richieste contenute nei PEI vengono accolte integralmente.
E’ vero, ma c’era la possibilità di fare ricorso in modo da ottenere la restituzione delle ore sottratte agli studenti. Con le nuove regole le famiglie non potranno più ricorrere, ecco perché le associazioni dei genitori sono ampiamente risentite
Comunque anche con le nuove norme ricorrere al TAR sarà sempre possibile
Secondo noi non è così. Il fatto è che finora i ricorsi si basavano sul fatto che l’USR non assegnava le ore stabilite dal GLHO; ma a questo punto senza il GLHO quello che stabilisce il GIT diventerà una prescrizione indiscutibile
Chi fa ricorso come fa a stabilire quante ore servono effettivamente al ragazzo e se è giusta la quantificazione delle ore stabilita dal GIT? Il genitore non può inventarsi le ore necessarie.
Che altro c’è che non vi piace in questo decreto?
Per esempio i genitori giustamente non vogliono la continuità per i precari che sono senza specializzazione. E sono anche molto preoccupati per la cosiddetta cattedra mista perché la vedono come un tentativo di truffa ai danni degli studenti.
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