Via libera da parte della commissione Cultura della Camera al decreto legislativo sull’inclusione messo a punto dal Ministero dell’Istruzione.
Il provvedimento, che integra e corregge il decreto legislativo n. 66 del 2017, introduce un importante cambio di prospettiva nella considerazione della disabilità in ambito scolastico e accende i riflettori sul contesto come causa di disagi e talvolta discriminazioni.
“Con questo approccio recepiamo e attuiamo finalmente i principi della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ratificata dal nostro Paese nel 2009”, la deputata del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura Flora Frate, relatrice del parere espresso sullo schema di decreto legislativo, che aggiunge “ho espresso a nome del MoVimento 5 Stelle alcune osservazioni, tra cui l’esigenza di integrare la definizione di inclusione scolastica con un riferimento agli alunni con bisogni educativi speciali e alle metodologie didattiche inclusive per ogni alunno, fermo restando che le misure di sostegno si applicano esclusivamente agli alunni certificati ai sensi della legge 104/1992. Chiediamo inoltre di prevedere una revisione periodica, preferibilmente triennale, delle linee guida, anche in considerazione del fatto che le conoscenze scientifiche in materia sono in continua evoluzione” conclude Frate.
Il 20 maggio il Consiglio dei Ministri aveva dato via libera alla revisione del decreto legislativo 66/2017 sull’inclusione scolastica.
Prima di tutto si riconosce il principio dalle Nazioni Unite, per cui la disabilità è data non solo e non tanto dalle condizioni di salute della persona ma da quanto il contesto sia in grado di garantire la massima autonomia e uguaglianza. Se il contesto è senza barriere e più ricco di opportunità, cambia il modo in cui la persona vivrà la propria condizione di disabilità.
Mentre il testo originario prevedeva un ruolo centrale del GIT, ovvero i Gruppi per l’Inclusione Territoriale, tanto che dovessero essere proprio tali gruppi ad autorizzare le ore di sostegno richieste da ogni scuola, adesso ci saranno dei gruppi di docenti esperti nell’inclusione, a disposizione delle scuole per supportarle in tutti i passaggi e per svolgere attività di formazione e miglioramento dei processi di inclusione. “Dunque le ore di sostegno le decide chi sta accanto allo studente e addirittura si decidono insieme a lui quando maggiorenne”, prosegue il sottosegretario Giuliano.
A definire le ore sarà il gruppo in passato chiamato GLHO, che ha il compito di redigere il Piano educativo individualizzato dell’alunno. Questo Piano, messo a punto da chi conosce sia le peculiarità dello studente sia le caratteristiche del contesto in cui apprende e vive la sua socialità, dovrà definire non solo le ore di sostegno, ma anche tutte le misure utili a rendere quanto più efficace possibile la partecipazione degli alunni con disabilità alle attività della classe e della scuola.
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