“L’articolo 1, commi 510 e 511, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 aprivano finalmente la strada all’insegnamento del Jazz nei licei musicali. Il decreto attuativo, appena firmato dal Ministro Bianchi, riduce questa opportunità, contraddicendo lo spirito della norma, a un generico “ampliamento dell’offerta formativa” extracurricolare, con risorse distribuite a pioggia e senza una chiara indicazione didattica”.
La denuncia arriva dal Coordinamento Nazionale per il Ripristino del Jazz nei Licei Musicali, in risposta alla recente approvazione del decreto 232 del 27 luglio 2021, intitolato “Ampliamento dell’offerta formativa dei licei musicali attraverso l’attivazione di corsi a indirizzo jazzistico e nei nuovi linguaggi musicali”.
“I “progetti” potranno tradursi nell’avvio di “laboratori” di musica d’insieme jazz, o storia del jazz, e quindi ben lontano dall’idea di corsi specifici sullo strumento, ovvero quelli necessari a uno studente per acquisire le conoscenze e competenze in uscita adeguate a quelle in ingresso richieste nei corsi di Jazz o Pop in Conservatorio” continua il Cooordinamento. “Morale: dovrà ancora rivolgersi alle istituzioni private”.
La critica prosegue anche con riferimento ai docenti che dovranno occuparsi di questi corsi: “In ultimo, ma non meno importante, non sono espresse le modalità di reclutamento dei docenti “esperti”, né tantomeno dei requisiti di accesso relativamente ai titoli di studio specifici ad indirizzo jazzistico. Se il titolo di studio rimane generico, e non specificatamente ai Diplomati AFAM afferenti la “Scuola di Jazz”, i laboratori potranno essere tenuti da chiunque, anche da persone prive della preparazione necessaria”.
“Infine, – conclude il Cooordinamento – e in risposta a quanto espresso dalla Sottosegretaria Dott.ssa Barbara Floridia, il nostro disappunto vuole essere solo una richiesta di collaborazione fattiva, costante e di confronto costruttivo su una problematica così specifica di cui ci riteniamo profondamente competenti: un confronto che non è mancato sino al cambio di governance del Ministero. Un Decreto disegna il futuro di migliaia di cittadini (Docenti e studenti) e disegna il futuro degli studi, per cui richiede un lavoro attento e di interfaccia costante con le parti in causa: lavoro che è venuto a un certo punto a mancare e che rischia di tradurre quella che era una opportunità in un ulteriore spreco di denaro pubblico”.