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Decreto L.107/15 inclusione, nuovo ruolo per i collaboratori scolastici

Conclusa la discussione presso le competenti Commissioni della Camera e del Senato, con la delega sull’inclusione, che diventerà effettiva con l’approvazione definitiva da parte del Consiglio Dei Ministri nelle prossime settimane, ai collaboratori scolastici saranno affidati dei nuovi compiti.

È l’articolo 3, comma 4, della suddetta delega a prevederlo; qui si legge infatti che il collaboratore scolastico si dovrà occupare personalmente dell’assistenza di base igienico-personale degli alunni disabili e per questo dovrà partecipare a dei corsi di formazione generale previsti dal piano nazionale.

Su tali importanti novità previste dal D.Lgs n. 378 e sui suoi possibili immediati risvolti, nei giorni scorsi, è intervenuto l’esperto di inclusione scolastica Gianluca Rapisarda, Direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R.

“Il comma 4 dell’art 3 del D.Lgs n. 378, stanti così le cose – dichiara il Direttore Gianluca Rapisarda -, farà certamente discutere, perché su di esso ancora non c’è molta chiarezza. Infatti, mentre oggi il supporto da parte dei collaboratori scolastici è facoltativo, visto che solitamente è il personale specializzato con corsi di formazione da 900 ore ad occuparsi dei bisogni degli allievi con disabilità, con l’approvazione della riforma questi saranno obbligati ad occuparsi della loro assistenza di base igienico-personale.”

 

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“Naturalmente –prosegue Gianluca Rapisarda-, i collaboratori scolastici non potranno assolvere a tali nuovi compiti e responsabilità senza aver acquisito le giuste competenze e per questo nel testo della delega viene stabilito che essi debbano seguire dei corsi di formazione obbligatori (ma senza specificarne le modalità di svolgimento ed il numero di ore).”.

“Fino ad ora – precisa il Direttore scientifico Gianluca Rapisarda-, per erogare l’assistenza igienico-personale agli allievi con handicap grave, gli assistenti scolastici (gli ex bidelli) avevano la facoltà di abilitarsi con un corso di n. 40 ore, sulla base di un accordo contenuto nel loro contratto di lavoro e di una successiva Circolare. Se il numero di ore di formazione obbligatoria per il personale ATA previsto dal già citato comma 4 dell’articolo 3 della delega sull’inclusione rimarrà di 40, non credo che potrà essere mai sufficiente per sostituire Operatori sociali che hanno effettuato una formazione di n. 900, come prevede la legge e come viene richiesto dagli Enti Pubblici committenti riguardo il personale utilizzato dalle cooperative sociali per i servizi di assistenza socio-assistenziali in favore degli alunni/studenti con gravi disabilità.”

“Senza considerare –aggiunge Rapisarda -, che tale nuova delicata funzione per il personale ATA andrebbe ad aggiungersi a tutte le altre già espletate nel corso della quotidianità. Non sottovalutiamo inoltre il fatto che non tutti gli alunni disabili hanno gli stessi bisogni poiché dipende dalla specificità del caso. Mi  giunge difficile credere che il MIUR non abbia preso in esame tali aspetti non secondari.”

“Eppure – spiega il Direttore dell’I.Ri.Fo.R. -, dalla lettura dell’articolo non sembrano esserci dubbi: la delega uniforma “su tutto il territorio nazionale” i profili professionali del personale destinato all’assistenza degli alunni disabili in “coerenza con le mansioni dei collaboratori scolastici”. Inoltre, anche nel comma 3 dell’articolo 13, nel quale parla degli oneri economici e delle competenze in capo agli Enti Locali, c’è scritto che queste funzioni saranno svolte dai collaboratori scolastici.”

”Nel testo della delega sull’inclusione – conclude -, troviamo sovente l’espressione “nei limiti delle risorse disponibili”. Temo, dunque, che, solo per risparmiare risorse e non perché ispirato da “illuminati” e moderni principi psico-pedagogici, il Ministero abbia preferito affidare tali compiti ai collaboratori scolastici, piuttosto che rivolgersi ad operatori specializzati.

Ma, in siffatto modo, non saranno danneggiati soltanto i “collaboratori” che vedranno “intensificato” il proprio lavoro all’interno del normale orario di servizio, ma soprattutto gli alunni disabili, con il rischio di una scarsa qualità del servizio di assistenza personale e con buona pace di un loro efficace e proficuo processo di inclusione scolastica”.

 

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Gianluca Rapisarda

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