Archiviata la crisi di Governo che aveva fatto temere per un blocco pressoché definitivo dei provvedimenti di legge fermi in Parlamento, si torna nuovamente a parlare del decreto legge 104 “La scuola riparte”.
Ma i tempi si fanno davvero stretti perché l’iter per la conversione in legge è appena iniziato e la chiusura dovrà avvenire improrogabilmente entro il 12 novembre.
Poco più di un mese è davvero poco anche perché i problemi da risolvere sono piuttosto importanti.
Il nodo fondamentale, come avevamo scritto fin dall’inizio, riguarda le modalità di copertura della spesa (13milioni per il 2013, poco più di 300 per il 2014 e 400 per il 2015).
Il decreto parla infatti di aumento delle accise su birra e alcolici e di taglio delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali: ma questo sarebbe concretamente possibile se migliorassero consumi e occupazione, cosa che, per ora, non si vede affatto.
Non a caso in Commissione Bilancio questo problema è già emerso e il relatore di maggioranza ha spiegato che a parere suo e della stessa Ragioneria Generale dello Stato queste voci di entrata non sono per nulla sicure.
Vedremo nel prosieguo del dibattito parlamentare se e come si riuscirà a trovare una soluzione al problema.
Un piccolissimo passo avanti il decreto lo ha fatto invece nella Commissione per le Politiche Europee che ha già formulato il proprio parere favorevole anche se in modo piuttosto fantasioso.
La Commissione, infatti, motiva il proprio parere favorevole sottolineando tra l’altro come il provvedimento preveda “l’inserimento in organico nella scuola di nuove figure professionali (psicologi, pedagogisti, tutor specialisti nella gestione di disabilità gravi), anche a tal fine destinando investimenti in formazione in itinere qualificata per i docenti, orientata alle best practice in Italia e in Europa”. Evidentemente il testo che il Governo ha trasmesso alle Camere non è quello pubblicato in Gazzetta perché a noi non risulta affatto che il decreto 104 parli di nuove figure professionali.