E’ iniziato nel pomeriggio del 29 gennaio, presso la Commissione Cultura del Senato, l’esame del decreto in materia di “automatismi stipendiali del personale della scuola” che entro il prossimo 24 marzo dovrà essere convertito in legge.
Il provvedimento è stato presentato dalla senatrice Francesca Puglisi del PD che, in questa prima fase, si è limitata a indicarne le finalità e l’impianto complessivo.
Nulla di nuovo, quindi, è stato aggiunto rispetto a quanto già noto anche se può essere interessare rilevare che Puglisi ha chiarito che il provvedimento “ha l’intento di far chiarezza e rimediare ad un errore burocratico generato dal modo contraddittorio con cui si è normato negli anni, vessando il personale scolastico”.
La senatrice del PD ha tracciato un sintetico quadro normativo della situazione, a partire dall’articolo 9, comma 1, del decreto-legge n. 78 del 2010 che aveva disposto il blocco degli automatismi stipendiali per gli anni 2011, 2012 e 2013 per tutto il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni, fino al DPR 122 del 4 settembre 2013.
Tale decreto, peraltro approvato dal Governo senza alcuna difficoltà e senza nessuna presa di distanza da parte dei Ministri del PD, “ha rappresentato – dice Puglisi – la vera causa della incresciosa vicenda relativa agli scatti della scuola”.
“Infatti – ha aggiunto la relatrice – mentre per tutto il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni, il decreto n. 122 ha prorogato il blocco per un anno (2014) ancora da iniziare, per il personale della scuola il blocco ha avuto invece un effetto retroattivo, dal momento che riguardava l’anno 2013, non solo già iniziato ma addirittura quasi concluso, nel corso del quale il personale della scuola aveva percepito gli scatti del tutto legittimamente e in assoluta buona fede”.
Puglisi ha anche ricordato che sullo schema del decreto 122 la Commissione Cultura del Senato aveva espresso osservazioni contrarie inviate alla Commissione Affari Costituzionali che era competente nel merito.
In effetti il 29 maggio scorso la Commissione Cultura del Senato aveva espresso un parere nettamente negativo sul provvedimento osservando che “il blocco della contrattazione, per quanto riguarda nello specifico gli insegnanti, risulta particolarmente lesivo, in quanto i docenti non hanno alcuna carriera professionale, ma solo questi scatti che dal 2010 non vengono più corrisposti loro per far quadrare i conti pubblici”.
L’esame del decreto proseguirà nei prossimi giorni anche nelle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio.
E’ probabile che il Senato avrà bisogno di lavorare almeno fino alla metà di febbraio. Ma i tempi potrebbero anche allungarsi se le forze politiche dovessero decidere di adottare qualche significativa modifica.
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