Il ministro dell’Istruzione Carrozza ha firmato ieri il decreto ministeriale previsto dall’articolo 7 del decreto legge ‘L’Istruzione riparte’ che definisce e rafforza alcuni strumenti per ridurre i tassi di dispersione scolastica.
Si tratta, nello specifico, del “Programma di didattica integrativa e innovativa per il contrasto della dispersione”, un piano del Miur che mira, attraverso attività pomeridiane, percorsi per piccoli gruppi e per studenti migranti, a diminuire non solo gli abbandoni precoci dei percorsi di studio, ma anche a ridurre il numero di bocciati e i ragazzi che terminano l’anno con debiti formativi. Il riparto delle somme assegnate al programma, che si sostanzierà in progetti presentati dalle scuole agli USR, è definito per ambiti regionali, sulla base della popolazione scolastica di ogni regione, corretto dal tasso di dispersione scolastica.
“Il finanziamento messo a disposizione dal Ministero dell’Istruzione è assolutamente insufficiente e quantomeno chiediamo che questo fondo venga incrementato sin da subito anche attraverso programmi regionali che mirino ad integrare i fondi per i progetti che le scuole potranno presentare”, dichiara Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti. “Nel dibattito che si era aperto attorno al dl 104 “L’istruzione riparte”, avevamo più volte ribadito quanto 15 milioni di euro non fossero in grado di rispondere alle reali esigenze del Paese sul tema della dispersione scolastica.”
“Pensiamo inoltre che non bastino programmi di didattica integrativa per ridurre le percentuali degli abbandoni e delle bocciature o degli studenti che terminano l’anno con debiti formativi – continua nella nota l’UdS – Crediamo infatti si debba intervenire per garantire il libero accesso all’istruzione. Le alte percentuali di dispersione stanno ad indicarci anche un’inefficacia del sistema di diritto allo studio del nostro Paese. Perciò auspichiamo una nuova legge nazionale sul diritto allo studio, che ponga fine alle disparità tra le regioni in termini di prestazioni erogate e servizi, fondi per le borse di studio e un reddito per i soggetti in formazione. La dispersione scolastica è diventata un vero e proprio dramma sociale e solo attraverso ingenti investimenti, soprattutto sul diritto allo studio, si può ridurre il tasso e provare a raggiungere l’obiettivo della strategia Europa 2020, che fissa la soglia al di sotto del 10%.
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