Il tempo pieno nella scuola primaria verrà mantenuto, almeno nelle scuole dove già esiste: lo dice molto chiaramente la bozza di decreto sugli organici che la nostra testata ha avuto molto di leggere.
Per le altre classi gli organici saranno calcolati “a ore” e non più “a posti”: in altre parole per le classi attualmente funzionanti “a modulo” si calcoleranno 30 ore/docente, mentre per le classi prime del prossimo anno scolastico si conteggeranno 27 ore/docente. Se con i resti si arriverà ad almeno 12 ore, il posto verrà assegnato per intero.
Il decreto scioglie anche il nodo della compresenza nel tempo pieno chiarendo che “le 4 ore residuate rispetto alle 40 per classe (44 ore di docenza rispetto alle 40 di lezione) potranno essere utilizzate prioritariamente per l’ampliamento del tempo pieno sulla base delle richieste delle famiglie, nonché per la realizzazione di altre attività volte a potenziare l’offerta formativa (compreso il tempo mensa per le classi che attualmente praticano i rientri pomeridiani)”.
Ma, come si può notare, il testo usa il termine “prioritariamente” lasciando quindi intendere che anche altre forme di utilizzazione della compresenza saranno consentite (d’altronde nelle scuola completamente a tempo pieno non potrebbe svvenire diversamente).
Non cambiano neppure le regole per l’assegnazione dei posti di lingua inglese: si parla infatti di un posto ogni 7 o 8 classi, “sempreché per ciascun posto si raggiungano almeno 18 ore di insegnamento settimanali”.
Il decreto sollecita poi le direzioni regionali e gli Uffici scolastici provinciali a
coinvolgere Regioni ed Enti locali “nella fase di elaborazione del piano di assegnazione delle risorse alle single province”.
Non manca, infine, un richiamo al fatto che “il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dall’art. 64 della legge 133 comporta l’applicazione, nei confronti delle SS.LL. (i dirigenti regionali, n.d.r.) e dei dirigenti scolastici delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale prevista dalla normativa vigente”.
La bozza di decreto che conosciamo ora non contiene ancora le tabelle con il numero di posti assegnati a ciascuna regione e quindi è un po’ presto per mettere la parola fine a questo capitolo. Nella giornata del 23 marzo, quando al Ministero i dirigenti dell’Amministrazione incontreranno le organizzazioni sindacali, la situazione sarà certamente più chiara.
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