Oggi, lunedì 31 luglio si è concluso alla Camera il primo tempo del percorso parlamentare di conversione in legge del decreto 75 “PA bis” che contiene diverse disposizioni riguardanti la scuola. Il decreto è stato approvato con 193 sì, 99 no e tre astenuti. Come abbiamo scritto, nella giornata di venerdì 28 il Governo ha deciso di porre la fiducia, allo scopo di accelerare il più possibile i tempi del dibattito in aula.
Si tratta del decreto legge 22 giugno 2023, n. 75, disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l’anno 2025. (GU Serie Generale n.144 del 22-06-2023). Ma quali disposizioni contenute nel decreto riguardano la scuola?
Si parte dall’articolo 20, che riguarda il reclutamento del personale scolastico e i concorsi PNRR. Esso, di fatto, modifica le procedure concorsuali previste dalla normativa precedente introducendo delle innovazioni volti ad accelerare i concorsi nel periodo di attuazione del PNRR.
Si continua con l’articolo 21, sul rafforzamento della capacita’ amministrativa del Ministero dell’Istruzione e del Merito. “La vigente dotazione organica del ministero dell’istruzione e del merito è incrementata di due posizioni dirigenziali di livello generale e di otto posizioni dirigenziali amministrative di livello non generale”, questo quanto riporta.
La nuova formulazione dell’emendamento di Rossano Sasso e altri prevede per esempio che per insegnare nelle scuole paritarie, fino all’anno scolastico 2025/26, non sia indispensabile l’abilitazione ma bastino tre anni di servizio. Sempre a chi ha prestato 3 anni di servizio basteranno 30 CFU (e non 60) per conseguire l’abilitazione.
Con un emendamento dei relatori si stabilisce che i dirigenti scolastici che avevano superato con riserva il concorso del 2017 e il cui contratto era stato revocato in esecuzione di provvedimenti giurisdizionali saranno ammessi in ruolo a partire dal 1° settembre 2024. Davide Faraone e Maria Elena Boschi hanno fatto invece approvare una disposizione che prevede che i supplenti delle GPS avranno diritto ad un ulteriore punteggio di 3 punti per ogni anno di servizio su posto di sostegno.
L’emendamento 21.1 di Rossano Sasso, infine, stanzia 50 milioni di euro per consentire alle scuole di stipulare contratti con personale ATA “aggiuntivo” rispetto all’organico già esistente. I fondi verranno reperiti riducendo lo stanziamento previsto per l’avvio dei percorsi abilitanti. Il decreto sarà trasmesso al Senato che dovrà approvarlo definitivamente entro il 20 agosto prossimo.
“Nella conversione in legge del DL 75/2023 (PA bis) è stato approvato alla Camera un ordine del giorno che impegna il Governo a stanziare ‘adeguate risorse finanziarie per la valorizzazione del personale con qualifica di ricercatore e tecnologo di terzo livello e del personale tecnico ed amministrativo degli enti pubblici di ricerca non vigilati dal Ministero dell’Università e della Ricerca, in coerenza con quanto disposto per il personale delle medesime qualifiche degli EPR vigilati dal Ministero dell’università e della ricerca'”.
“Questo ordine del giorno, approvato dopo le forti pressioni che la nostra organizzazione ha messo in campo, rappresenta l’impegno del Parlamento per superare l’assurda disparità di risorse per il rinnovo del contratto, previste finora solo per gli enti vigilati dal MUR e non per gli altri enti pubblici di ricerca. Ora la responsabilità passa al Governo, che dovrà dare seguito a questo impegno in legge di bilancio per consentire così la chiusura del contratto per il settore ricerca”. A dirlo è Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, che assicura che la FLC CGIL continuerà la sua battaglia e le interlocuzioni con le forze politiche affinché si possa definitivamente concludere la fase negoziale.
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