Neppure oggi, nella Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato il tanto atteso decreto sulle semplificazioni nella P.A. approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 aprile scorso.
Secondo quanto annunciato da tempo il decreto dovrebbe contenere una disposizione che consentirebbe di sciogliere la riserva relativa alle domande presentate dai docenti sottoposti al vincolo della mobilità.
Ed è proprio per questo che il decreto è particolarmente atteso da migliaia e migliaia di insegnanti.
Nel concreto, la norma dovrebbe permettere al Ministero di accogliere le domande presentate con riserva dai docenti neoassunti 2022/23, ma per procedere in tal senso è necessario anche del tempo e, purtroppo, il tempo a disposizione è davvero poco.
Entro il 2 maggio, infatti, le domande accolte dovranno essere trasmesse al SIDI, il sistema informatizzato che dovrà poi gestire i movimenti.
Quindi se anche il decreto dovesse essere pubblicato nella giornata di sabato 22, gli Uffici dovranno letteralmente correre per garantire il rispetto dei tempi: il Ministero dovrà innanzitutto comunicare ufficialmente a tutti gli uffici periferici che il decreto prevede la possibilità di sciogliere la riserva; tenuto conto che di mezzo c’è anche la festività del 25 aprile (e probabilmente una giornata, quella del 24, in cui si lavorerà a ritmo ridotto), la questione potrà essere affrontata a partire dal 26.
A quel punto ci saranno 3 giorni lavorativi (il 26, il 27 e il 28) oltre alla giornata del 2 maggio in cui tutto si dovrà concludere.
Un ulteriore ritardo nella pubblicazione del provvedimento potrebbe significare l’impossibilità di sciogliere le riserve.
Detto tutto ciò bisogna sempre considerare che l’accoglimento della domanda non significa che possa poi essere soddisfatta in quanto ottenere chi è titolare in una regione del nord e chiede di andare a insegnare al sud avrà non poche difficoltà per il semplice motivo che nelle regioni meridionali l'”offerta” di cattedre è particolarmente ridotta.
La mancata pubblicazione del decreto sta già provocando proteste vivaci da parte dei docenti che popolano i social.
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