Con 419 voti favorevoli e 55 contrari, nel pomeriggio di martedì 28, la Camera dei Deputati ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione della legge di conversione del decreto 36.
Complessivamente positivo il parere del deputato Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura: “Bene ma non benissimo. Bene perché tornano concetti su cui abbiamo lavorato tanto, come formazione, selezione e merito. Bene perché abbiamo scongiurato riduzioni della carta del docente. Non benissimo perché il Ministero non ha dialogato con la sua maggioranza prima di depositare il testo. Un metodo inaccettabile. Molto male infine che nonostante l’impegno della maggioranza, restino i tagli al personale”.
Valentina Aprea, di Forza Italia chiama in causa persino Don Milani per ricordare che la scuola deve essere al passo con i tempi e mettere al centro lo studente: “Per questo obiettivo – avverte – non bastano docenti che abbiano la padronanza anche ampia e profonda delle conoscenze da insegnare. Nemmeno basta rinnovare, come pur si deve, gli ambienti scolastici sul piano 3 dell’edilizia e, soprattutto, delle strumentazioni tecnologicamente avanzate a supporto di una didattica innovativa. Come ci ha insegnato un ‘professore’ improvvisato, ma non per questo meno straordinario come Don Milani, infatti, queste sono tutte condizioni necessarie, ma non sufficienti”.
“La condizione sufficiente è più ambiziosa – conclude – e dobbiamo poter contare su docenti non solo colti e che lavorano in ambienti di apprendimento innovativi, ma su docenti che siano ‘maestri’ nel relazionarsi come persone con gli studenti e le loro famiglie e nel testimoniare anche il senso di ciò che insegnano per una vita personale e sociale davvero buona nei tempi non facili che ci attendono”.
Negativo il punto di vista di Fratelli d’Italia che, per bocca dell’ onorevole Wanda Ferro, sottolinea: “In tema di scuola ci ritroviamo ancora con il problema irrisolto del precariato, con i percorsi tortuosi e lunghi a cui dovranno essere sottoposti i giovani docenti. Dobbiamo prendere atto del taglio degli organici basato sul fatto che con la costante denatalità ci sarà la necessità di un numero inferiore di insegnanti stessi. Le risorse del PNRR, i 15 miliardi che erano stati promessi, che fine hanno fatto? Fratelli d’Italia si chiede se non potessero essere utilizzati, per esempio, per ridurre il numero degli alunni nelle varie classi. Sarebbe stato, credo, un modo intelligente di spendere queste risorse”.
Adesso si aspetta solo la pubblicazione della legge nella Gazzetta Ufficiale dopo di che si dovrà passare alla effettiva applicazione della riforma.
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