Erano corrette le ipotesi della Tecnica della Scuola sull’opposizione del Movimento 5 Stelle all’approvazione del decreto precari che apre ai Pas abilitanti, ai concorsi riservati, alla conferma delle supplenze dei diplomati magistrale e a varie proroghe: “il decreto è già stato esaminato dal preconsiglio dei Ministri e licenziato dal punto di vista tecnico. So che c’è una riserva politica dei 5 Stelle ma va superata“, ha detto il ministro Marco Bussetti facendo intendere che alla fine andrà in porto.
Lunedì 5 agosto gli ultimi dettagli
Anche alla nostra redazione risulta che il sì alle misure per andare incontro ai tanti precari che rischiano di rimanere fuori dalle assunzioni, è già nell’agenda di Governo da diversi giorni ed è proprio il 9 agosto, già indicato, che arriverà in Consiglio dei ministri per l’avallo finale.
Lunedì è anche previsto un incontro, per definire gli ultimi dettagli, alla presenza del capo di gabinetto Giuseppe Chinè.
I sindacati non si fidano: martedì conferenza stampa
Solo che i sindacati non si fidano. Perché ad esprimere perplessità sui provvedimenti, considerati una mezza sanatoria e l’ennesimo addio ad un reclutamento incentrato sul merito, non è un partito qualsiasi, ma il primo alla guida del Governo. E la stessa ammissione del ministro dell’Istruzione, che ha parlato di M5S e non di alcuni parlamentari o ministri, non fa altro che confermare i timori che all’ultimo momento i “grillini” possano fa saltare l’atteso via libera al decreto.
I rappresentanti dei lavoratori continuano a dire che è troppo “urgente approvare il decreto legge” e chiedono pure un incontro con il premier Giuseppe Conte.
I motivi verranno spiegati in conferenza stampa, martedì mattina, all’Hotel Nazionale di Roma: l’obiettivo, spiegano in una nota congiunta (firmata da Flc-Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, è “chiedere l’applicazione dell’intesa del 24 aprile scorso e sbloccare così la situazione di impasse che si è creata sul decreto precari”.
“Non ci rassegniamo al fatto che in Italia si investa sempre meno per il sistema di istruzione e ricerca – sottolineano i segretari generali dei cinque sindacati di categoria – rispetto alla media europea”.
L’Europa ha messo il nostro Paese nel mirino
I sindacati ricordano anche che “in assenza di un provvedimento urgente si profila un anno scolastico all’insegna delle supplenze e con un terzo delle scuole senza direttori amministrativi. Al 1° settembre 2019, i posti da coprire saranno circa 150 mila e, in assenza di provvedimenti urgenti, la Commissione europea darà seguito all’ennesima procedura di infrazione già aperta contro l’Italia per abuso di contratti a tempo determinato”.
Quindi, la copertura con contratti a tempo indeterminato di tutti i posti disponibili e per tutte le professionalità, rappresenta una misura indispensabile per assicurare la qualità del sistema.
“Al premier Conte con il quale chiediamo di confrontarci prima del prossimo CdM – concludono i segretari generali dei cinque sindacati di comparto – ricordiamo il valore dell’intesa sottoscritta con i rappresentanti di un milione e 200 mila dipendenti del comparto, che porta la sua firma”.
Ascani (Pd): ancora nessuna certezza
La vicenda fa insorgere anche il Partito Democratico: “il ministro Bussetti conferma che il Governo è diviso sul Decreto Scuola, che c’è una chiara spaccatura tra Lega e M5s e ancora non c’è nessuna certezza che il Dl vada davvero in Cdm la prossima settimana”, scrive su Facebook la vicepresidente del Pd e capogruppo in commissione Cultura alla Camera, Anna Ascani.